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La cavalcata dei morti

Se a distanza di una settimana escono i nuovi romanzi di Joe Lansdale e Fred Vargas, bisogna sorridere alla vita. Sì ok, c’è la crisi, le politiche autoritarie e xenofobe dilagano, però se in libreria ci sono due tra gli autori preferiti, bisogna pur esserne contenti. E la Vargas è una di quelle. E quando il mio socio mi ha chiamato per dirmi “oh stronzo, lo sai che è uscito l’ultimo della Vargas?” non ho potuto che correre il libreria.


“La cavalcata dei morti” arriva tre anni dopo “Un luogo incerto” e ancora una volta l’autrice si affida al suo protagonista preferito, il Commissario Adamsberg, per risolvere una intricata storia che lo vedrà dividersi tra due inchieste: quello di un magnate della finanza, ritrovato carbonizzato nella propria auto, e una serie di inquietanti omicidi tra i boschi della Normandia, che riecheggiano un’antica leggenda, quella della Schiera dei Furiosi.

“Adamsberg è il personaggio che mi piacerebbe essere, una sorta d’ideale dell’Io che è esattamente il mio contrario. Non è ansioso, adora la contemplazione, è capace di aspettare tranquillamente, affronta le difficoltà con nonchalance. Sono tutte qualità che gli invidio, anche se poi non è detto  che nella vita reale il suo modo d’essere funzionerebbe per davvero. A me però piace pensarlo così”.

Ho già precedentemente osannato la Vargas, dunque questa volta mi limiterò a non sbavare come ho fatto mentre leggevo con avidità le 400 pagine che compongono questa avvincente storia. Perché quest’ultima ha un altro passo rispetto alle precedenti. Più convulsa, più vicina al thriller, spezzata solo dalla lentezza di Adamsberg, che per una volta è costretto a decidere in fretta. Diviso tra le due inchieste, con il Ministero degli Interni alle calcagna, questa volta il nostro “spalatore di nuvole” dovrà chiedere aiuto anche al ritrovato figlio Zerk, mentre organizza piani, sposta uomini e si affida ai suoi inseparabili colleghi Danglard, Veyrenc e la Retancourt.

“Durante le mie ricerche sul Medioevo, mi sono imbattuta nella leggenda della schiera furiosa, un gruppo di cavalieri spettrali che di tanto in tanto tornava per punire con la morte i responsabili dei delitti mai scoperti e quindi impuniti. Questi mostri che combattono a modo l’oro l’ingiustizia mi sembrava una buona base di partenza per un noir. Oltretutto l’irrazionalità delle leggende medievali si adatta perfettamente alla diffusa superstizione contemporanea”.

Ma ancora una volta nei romanzi della Vargas, non è tanto la storia a fare da padrona bensì le atmosfere, il linguaggio, i dialoghi, pieni di ironia e quel senso di leggerezza e impalpabilità, che ritroviamo nei suoi fortunatissimi personaggi. A quelli storici e irrinunciabili, la Vargas ne affianca sempre alcuni nuovi. Questa volta è il turno di tre fratelli e della sorella Lina, famiglia stramba, geniale a modo suo, invisa al villaggio, e che tutti pensano sia responsabile della catena di omicidi, compreso Emeri, poliziotto capo di zona.
Come la famosa teoria che collega la farfalla all’uragano, la Vargas utilizza le sue disgressioni per accompagnarci nei sentieri della Normandia, attraverso citazioni e leggende medievali. Personaggi d’altri tempi, tutti rigorosamente maschili, visto che è l’autrice stessa a riconoscere il suo limite: quello di essere incapace di tratteggiare personaggi femminili forti.

“Faccio fatica a creare personaggi femminili convincenti. E’ un mio limite. Mi riescono bene solo quelli che non hanno bisogno d’instaurare rapporti di seduzione. Probabilmente ho un problema con le donne fatali e seduttrici.”

Eppure di tutto questo quasi non ce se ne accorge. Il romanzo fluttua in maniera precisa, regalando un finale forse non troppo sorprendente, (ma dopo centinaia di pagine in cui è facile immergersi e ascoltarne il placido ritmo del protagonista, sempre più immerso e spaesato nei suoi ragionamenti) ma che a me ha entusiasmato. Lavorare con lentezza è il motto di Adamsberg. Leggere con lentezza invece è il consiglio che do per questo romanzo. La Vargas va assaporata come un bicchiere di Calvados.

Posted in noir - gialli.

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