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Cielo di sabbia

Joe Lansdale is back!
Questo è il primo pensiero dopo la lettura della sua ultima fatica, Cielo di Sabbia.  E meno male che Joe sia tornato, visto che noi fan lo aspettavamo da un po’ di tempo. E lui ci regala un romanzo di formazione, on the road, con tre giovani protagonisti niente male, dopo un paio di uscite piuttosto deludenti.

“La sabbia che ci stava uccidendo era quella dell’Oklahoma, e il fatto che fosse roba di casa mi faceva stare male ancora di più. Sembrava una faccenda molto più personale di quando arrivava la terra dal Texas, dal Kansas o dalle zone aride del Nebraska.”

Una tempesta di sabbia si abbatte sull’Oklahoma. Jack, Jane e suo fratello Tony, si ritrovano orfani e decidono di abbandonare il paese. Rubano l’auto di un anziano morto nella tempesta e decidono di andare verso il Texas Orientale, la “casa” dello scrittore.

“Furto o no, era una bella sensazione ritrovarsi al volante di una Ford V8, il piede sull’acceleratore e la consapevolezza di lasciarsi alle spalle tutti quei morti e quella sabbia per andare incontro a non so quale speranza. Proprio non sapevo dove stavo andando, ma una cosa la sapevo per certo.
Dovunque stessi andando, su quella Ford rubata, è sicuro che intendevo arrivarci alla svelta.”

Siamo negli anni ’30, la grande depressione è in atto. Il progressivo impoverimento, la speranza di trovare fortuna a est, il razzismo e le prime lotte sociali, sono i temi che sfiorano questo Cielo di Sabbia. Un viaggio verso il non si da dove, in cui i tre ragazzi rimasti soli al mondo saranno costretti a crescere e in fretta. La forza e l’esuberanza di Jane, la pacatezza di Jake e l’ingenuità del piccolo Tony, basteranno per attraversare uno stato, e scontrarsi con il peggio del peggio. Gangsters, circensi, rapinatori di banche, senza tetto che viaggiano nei treni merci (gli hobbes), vedove dal cuore enorme, sceriffi razzisti e sfruttatori, neri solidali e fuggiaschi, saranno coloro con cui si confronteranno durante le 200 e passa pagine.

Una cosa è certa: Joe Lansdale quando scrive storie che hanno per protagonisti adolescenti, tira fuori il meglio. Penso a Echi perduti oppure a La sottile linea scura, qualcosa di completamente diverso dagli horror o dalla tanto amata saga che vede per protagonisti Hap & Leonard. Questo è un romanzo semplice, che ti prende dalle prime pagine e che divori, a tratti esilarante come Lansdale sa essere, che funziona nonostante una traduzione che lascia perplessi in alcuni passaggi. Joe è tornato a pubblicare per Einaudi stile libero, costa 17 euro, ma si ha la sensazione che la traduzione l’abbia fatta il fattorino.

Posted in narrativa.

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2 Responses

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  1. gio says

    d’accordissimo sulla traduzione!!

  2. retroguard1a says

    Tutta la famigghia è in attesa, dopo che gliel’ho fatto conoscere 🙂
    E menomale che non delude 😛