Già ne aveva scritta una il mio Socio, ma siccome ci piace essere esosi…
Le Edizioni Ambiente sono specializzate – anzi, è proprio la loro mission – in pubblicazioni ambientaliste: non vuole dire che parlano di panda e di quanto è bello pulire le rive del Morla ma, in un’epoca dove la questione ambientale preme sul futuro di miliardi di persone, usano la narrativa in maniera quasi didattica per parlare di scorie tossiche, abusivismo edilizio, amianto, manipolazioni genetiche.
L’idea è azzeccata, il romanzo (soprattutto il noir per la sua specificità, tant’è che esiste una collana apposita chiamata VerdeNero) ritorna anche strumento di divulgazione e le pubblicazioni di questa casa hanno un discreto successo perchè coinvolgono autori come Wu Ming, Macchiavelli, De Cataldo, Lucarelli, Vichi: in questa “rivoluzione delle api” invece si affidano alla penna di Serge Quadruppani, uno dei più apprezzati giallisti francesi ma non solo, vero e proprio personaggio di spicco della cultura noir d’Oltralpe: direttore della collana “nera” della casa editrice Metailié, traduttore in francese di vari autori italiani, fra i quali Wu Ming, ma soprattutto autore attivo nel dibattito intellettuale sia in Francia che in Italia (vive fra Roma e Parigi).
Siamo in Val Pellice, quasi al confine con la Francia, terra di valdesi e di agricoltori.
Il magistrato Simona Tavianello si gode un po’ di vacanza insieme al marito Aldo, commissario da poco in pensione, fra i boschi e i torrenti, prima di imbattersi, mentre fanno visita ad un apicoltore, nel cadavere dello scienziato Maladonna, dipendente di una multinazionale agro-alimentare.
Lo spirito di servizio del magistrato la porta a prolungare le sue vacanze e a supportare l’indagine svolte dal locale comandante dei carabinieri, mentre sullo sfondo si muovono interessi poco chiari legati allo sviluppo di nuovi pesticidi.
Chi ha ammazzato Maladonna? Come mai tutte le api della vallata stanno scomparendo? Chiaramente i primi sospettati dell’indagine sono un gruppo di ambientalisti che si oppone alle devastanti tecniche “moderne” (dove la modernità è solo una scusa per giustificare i profitti dei soliti “padroni del vapore”) legate allo sviluppo di nuove sostanze tossiche da utilizzare contro parassiti e insetti.
Un romanzo dalla costruzione perfetta e asciutta che in sole 176 pagine riesce a disegnare un mondo di confine fra la tutela dell’ambiente e dei microclimi alpini e le speculazioni fatte sulla salute della Terra: mai una sbavatura, mai sopra le righe ma sempre tenuto su una “corda” narrativa ben tesa, corredato da un contesto molto ben dettagliato e insolito. Se ci aggiungiamo anche dei protagonisti credibili e verosimili e la raffinata metafora delle api (che stanno morendo per aver cercato di adattarsi troppo ai cambiamenti del mondo, invece di resistergli… forse si riferisce a una certa sinistra?) abbiamo un piccolo libro che va deciso come una sciabolata verso la critica politica e sociale intrinseca all’intreccio, senza per questo perdere di vista la forma.