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Ultimi Fuochi di Resistenza / Ordine Nero Guerriglia Rossa

Chiudo il 2009 con una breve recensione su due libri letti in questo mese (e un po’ di pensieri sparsi): Ultimi fuochi di Resistenza e Ordine Nero Guerriglia Rossa. 

Avrei mille motivi per incendiare quest’ultimo anno ma non le cose che ho letto e inizio dagli ultimi: Ultimi Fuochi di Resistenza, storia di un combattente della Volante Rossa è la storia di un uomo, Paolo Finardi, costretto a lasciare l’Italia
per la sua attività antifascista nell’immediato dopo-guerra. In una paese in cui la storiografia di quegli anni viene lasciata in mano ad un (pessimo) giornalista (Pansa) le pagine scritte da Massimo Recchioni assumono una importanza quasi fondamentale. Pagine che descrivono le attività della Volante Rossa milanese, ex partigiani comunisti,
insediati a Lambrate, presso la Casa del Popolo locale, fino al 1949 si resero protagonisti di andare a stanare tutti queli ex fascisti che troppo ex non furono. Nel 1951 il processo a loro carico si concluse con ventitrè condanne comprensive di quattro ergastoli. I condannati alle massime pene riuscirono, con il sostegno del Partito Comunista, a riparare in Cecoslovacchi, stessa sorte toccò proprio a Paolo Finardi.

Ordine Nero Guerriglia Rossa, di Guido Panvini, dottorando all’università di Teramo, è una
interessante ricerca su quella che fu la militarizzazione della politica nello scontro (e non solo) tra destra e sinistra nel decennio 60/70. Se Piazza Fontana non fu il punto di rottura che portò alla
radicalizzazione dello scontro: ”La violenza – scrive l’autore – diventa quindi ‘una scelta’, uno
strumento di cui si dotano i neofascisti e l’estrema sinistra per esasperare il clima di tensione, messa in pratica prima della strage di Piazza Fontana”.

Seguendo la storia degli anni successivi, Panvini considera le stragi del 1974 il momento decisivo dello scontro:
si abbattono – dice – su una nazione divisa, reduce dalla prova estenuante del referendum sul divorzio. E finisce per demolire un luogo comune tanto caro alla destra antifascista, quello che dichiara che la radicalizzazione e la nascista di gruppi armati a destra furono una diretta conseguenza dell’antifascismo presente nella sinistra extraparlamentare e non invece una scelta in qualche modo precedente visto il loro sentirsi organici a settori conservatori e militari dello stato (servizi vari) visto che, oltretutto, lo scontro inizia proprio a partire dalla metà degli anni 70 visto che i gruppi armati di sinistra
avevano tutt’altre priorità che non fare la guerra ai neofascisti. Il libro costa molto (30 neuri che so riuscito ad ammortizzare grazie a un considerevole sconto), ha analisi condivisibili e altre non, ma risulta comunque ben fatto e interessante.

Vabbè siamo alla fine, devo scegliere con cosa cominciare il nuovo anno, ma
prima di tutto ieri stavo pensando a cosa quest’anno davvero mi è piaciuto tanto e ho tirato giù questa mini-lista: Scritto sul Corpo, S., Il Maledetto United, Real World, Lo Scontro Quotidiano 1/2.

Con questo è tutto, fuori c’è il sole, ho un aereo stasera che mi porta
lontano da questa città ma prima c’è la consueta tappa del 31 mattina
fuori il carcere di Rebibbia; non faccio auguri perché magari vi porto
pure un po’ sfiga, odio il mio socio latitante e alle prese con i suoi
nuovi racconti che io sistematicamente non leggo per rappresaglia, odio
il disegnatore sfigato che abita proprio dove sto andando io ora, odio
pure qualcun altro… e perché no? L’odio è un sentimento sano e
assolutamente non borghese, come commentavo ieri con due “care amiche”
(qui scatterebbe la dissociazione reciproca eh).

Daje tutti, morbidi…

Posted in Generale.