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I Padroni della Notte

Per chi è “addentro” alla cultura di strada, per chi è cresciuto a pane, Nabat e Cockney Rejects, questo libro è imprescindibile, e quando l’ho trovato in edizione economica per Baldini e Castoldi per meno di 7 euro l’ho fatto mio.

Fa parte di quel filone di letteratura inglese di genere dedicato alle sottoculture che negli anni 70 e 80 ha trovato terreno fertile con l’esplosione a livello mediatico del fenomeno “hooligan”, della musica oi! e degli skinheads. Fra gli autori più prolifici ricordiamo Richard Allen, che ha scritto una dozzina di romanzi sul tema.


Trevor Hoyle
ha pubblicato questo libro nel 1975, ambientandolo nella cupa provincia inglese di un paio di anni prima: Rochdale, 90.000 abitanti nei dintorni di Manchester, case popolari, industrie e una squadra di calcio sgangherata.

Il romanzo è un affresco credibile della vita di un 16enne dell’epoca, Kenny Seldon: boots, bretelle e testa rasata, una famiglia proletaria, una fidanzatina, troppi lavori cambiati, risse in strada con chiunque si pari sulla sua strada, dai pachistani ai Teddy Boys fino ai tifosi dell’odiata rivale, il Bury.

La scrittura è curata, le descrizioni sono molto vivide, la storia è quello che è, fra pinte al pub, furtarelli, pestaggi senza alcun motivo: nessun spirito di riscatto, nessuna opposizione al “sistema” ma piuttosto la totale estraneità da esso.

Un romanzo di formazione, ma totalmente disilluso e crudele come il suo protagonista, godibile forse più per l’atmosfera e il contesto che per l’intreccio vero e proprio.

Posted in Generale.


One Response

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  1. opinionista says

    Aggiungo anche la mia:
    Sono d’accordo col mio socio. Io lo lessi un 2/3 anni fa quando ero infervorato dalla letteratura romanziera britannica, di storie “lumpen”, hooligane e dagli anni 70 britannici.
    Ultimamente invece i libri sulla “cultura di strada” latitano.
    Questo libro non mi impressionò particolarmente, né mi piacque troppo, al di là del fatto che amo il genere e dunque li leggo volentieri.
    Però diamo atto a Trevor Hoyle di essere stato un precursore del “genere” e che probabilmente è stato fonte di ispirazione per gente come Irvine Welsh, John King o David Peace.
    Scrittori di tutt’altro spessore.