Ho cominciato questo libro perchè avevo voglia di Sardegna. Il mio legame con quella terra è forte visto che ho una madre nata nel cuore di quella regione e ho scelto Marcello Fois perchè, insieme a Salvatore Niffoi e Giorgio Todde, è attualmente uno dei migliori scrittori sardi.
Dura Madre è il terzo di una tetralogia noir ma parlarne come un romanzo di genere è riduttivo. E’ un libro ben scritto e avvincente, fluido nei suoi brevi capitoli, veloce da leggere e intenso.
Il libro comincia sì con un morto ammazzato, ma è solo un modo per raccontare faide familiari, comunità montane, la provincia di Nuoro, la società matriarcale sarda e le sue tradizioni. Usa Sanuti, il poliziotto che arriva dal “Continente” (così chiamano “l’Italia”, i sardi) e il suo spaesamento per descrivere anche l’ostilità di quelle zone per chi è un “forestiero” come noi lettori.
Parla di Sardegna, più precisamente della Barbagia, senza fare sconti a nessuno, ma proprio per questo arriva diretto all’emozioni di ciascuno di noi. O forse solo delle mie, che quei luoghi magnifici li conosce, li ha visitati e sono parte della propria vita.
