Tra le diverse letture ovviamente ho avuto lo spazio noir. Mò vabbè che ho fatto un po’ il fenomeno con Scott Fitzgerald ma indondo leggo un sacco di libri che non sono proprio dei classici della letteratura…
Di Gianni Biondillo non avevo ancora letto nulla. Però c’è già la recensione del mio socio sul blog di diversi mesi fa: leggi. Tralaltro tra i commenti c’è anche quello dell’autore. Io posso solo aggiungere che l’ho trovato gradevole, soprattutto la parte “africana”, forse perché ero “da quelle parti”. La trama regge, i personaggi sono bel delineati, nonostante poi rimanga sempre quell’alone di romanticismo poliziesco che credo mi stia un po’ stuccando. Sarà che chi vive la strada non ha tutti questi contatti con sti “poliziotti romantici” però d’altronde il noir è questo, e lo accettiamo volentieri. Sicuramente Biondillo vale decisamente più di altri affermati romanzieri italici ed è leggibile e mai banale. Mi ha fatto piacere e mi ha tenuto compagnia per una giornata.
Invece Hakan Nesser quando l’ho preso casualmente on line non pensavo minimamente fosse un autore scandinavo. Oh avevo recentemente scritto bye bye noir svedesinorvegesifinlandesietcetc e invece arieccomi qua. Ma almeno sto Un corpo sulla spiaggia mi è piaciuto? Boh. Sarà che le aspettative erano zero, non mi è dispiaciuto. Il romanzo è ben costruito e ha una trama abbastanza interessante. Una storia di 16 anni prima che torna a galla in una piccola cittadina svedese, meta delle vacanze estive, dove un po’ tutti vanno ad abbandonarsi al sole. Beh vabbè quella tiepida palla che hanno in cielo da quelle parti. La protagonista è la poliziotta Ewa Moreno, un fidanzatoforse che l’aspetta, un caso di pedofilia da risolvere nel suo distretto ma che nella trama lascerà spazio ad un caso di sparizione di una ragazza e ad un omicidio. Entrambi sembrano ricollegati ai fatti dell’83. Nesser disegna dei caratteri interessanti e delle situazioni quantomeno simpatiche. Un giallo che parte bene ma che infondo non è neanche troppo concentrato sull’intrigo stesso ma sui rapporti umani e la natura umana delle persone. Tanto che un finale sorprendente/deludente (secondo i punti di vista che ammetto possono essere contrastanti) svelerà il fatto che infondo Nesser ha usato lo strumento narrativo del giallo per parlarci di altro.
“L’essere umano è un animale dall’anima molto sporca. Ed è molto bravo a lavarla.”