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Il vangelo secondo Biff / Guida galattica per gli autostoppisti

I primi due libri letti durante la mia recente vacanza, sono romanzi che conoscevo di nome e che in qualche modo mi avevano incuriosito. Certo non bisognerebbe mai avere delle aspettative però a volte alcuni giudizi mi lasciano perplesso.

 Il Vangelo secondo Biff se non fossi stato in vacanza e avessi avuto tutto quel tempo probabilmente lo avrei abbandonato. Seicento pagine che scorrono in maniera piuttosto noiosa in cui l’autore Christopher Moore ripercorre e reinventa la vita di Cristo dalla nascita ai trent’anni. In effetti lo spunto da cui nasce il romanzo è piuttosto intelligente, d’altronde nei vangeli (che io non conosco) c’è la vita del cosiddetto salvatore dai 30 anni in poi. Cosa abbia fatto prima, non è dato sapere. Biff, il migliore amico di Cristo, viene resuscitato da un angelo e in qualche modo costretto a scrivere un nuovo vangelo, in cui tutta questa vita sconosciuta viene ricostruita e raccontata.
Il romanzo seppur partendo bene e in maniera divertente scivola via via verso la noia. Cristo che va verso oriente ad imparare il kung fu e a diventare messia, regge fino a un certo punto. Gesù e Biff, una specie praticamente diventano due fricchettoni sessantottini che prendono la via dell’Afganistan tipo per andarsi a fare di oppio. Alcune situazioni sono sì divertenti ma si perdono in un mare di parole piuttosto inutili. Maria Maddalena diventa una femme fatale di nome Maddi (ma con la I non con la Y) e a tratti accompagnerà questa coppia al quanto improbabile nei loro deliranti viaggi.
Bah. A me, ribadisco, ha annoiato parecchio. Contesto anche l’impianto religioso, nonostante abbia apprezzato il fatto che infondo Cristo, diventa quel che è diventato, grazie al contaminazione con altre filosofie e religioni, soprattutto quelle orientali.
Mossa questa che trovo piuttosto furbetta, per non urtare nessuna religione e alla fine metterle tutte in mezzo: infondo il cristianesimo nasce per merito anche loro e condensa tutto il meglio delle loro religioni. Mah.

 Subito dopo, anzi a dire il vero durante, ho preso in mano un romanzo che conoscevo solo di nome e che mi ero ripromesso. Avevo deciso che questa estate mi sarei portato qualcosa di fantascienza e così ho fatto con Guida galattica per gli autostoppisti.
Douglas Adams tira fuori un romanzo simpatico, mischiando fantascienza e umorismo, facendo ruotare l’intera storia attorno a due personaggi: l’autostoppista galattico Ford Perfect e il terrestre Arthur Dent.
La terra sta per essere distrutta per far spazio ad un’autostrada galattica. La colpa è dei terrestri perché non sono mai riusciti a decifrare i messaggi inviatogli negli anni ops secoli, che li mettevano in guardia dal progetto galattico. Abbandonata quest’ultima, e di corsa, Ford e Arthur si troveranno al centro di una serie di vicende surreali, a volte divertenti, fino ad arrivare a conoscere colui che “progetta” e costruì il (fu?) pianeta terra.
Unico strumento di sopravvivenza è proprio questo libro (un antesignano e-book): guida galattica per gli autostoppisti, una specie di lonely planet dell’universo in cui campeggia in copertina la scritta: DON’T PANIC.
Adams sceglie la fantascienza per una serie di considerazioni sull’uomo e la vita. Le incastra in questa girandola di situazioni al quanto improbabili, magari non sostenuto da una scrittura così lineare, anzi il romanzo probabilmente appare a tratti piuttosto confuso,  però è anche per il fatto che nasce da un adattamento di una serie radiofonica di fine anni 70 trasmessa dalla BBC. Perciò, ogni limite è perdonabile, d’altronde è un romanzo piuttosto leggero ma che fa quello per cui è nato: intrattenere e divertirti. Un po’ ci riesce.

Posted in fantasy, narrativa.

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