Skip to content


Anubi

 Riapro. A quasi 15 mesi di distanza ma questa volta senza attaccare mine sul fatto che stavolta sarò serio, stavolta scriverò puntuale. Stavolta sarà diverso che poi è il fallimentare mantra della vita mia a cui manco credo.

E non potevo che aprire con uno dei migliori fumetti usciti nell’autunno 2015 e letto qualche giorno fa: ANUBI di Simone Angelini e Marco Taddei. Anzi a mio avviso il migliore tra quelli letti nel 2015.

Anubi è un Dio-Cane. Anzi Anubi è un Dio-Sciacallo. Vive in un quartiere di una fantomatica città dove tutti lo odiano. Frequenta ubriaconi, prostitute, tossici e disadattati vari. Del resto lui stesso è uno di loro.

“Ha il frigo vuoto. Vive di campari. Frequenta sociopatici. Non torna in Egitto da secoli. E non c’è niente da ridere”.

Nell’antico Egitto Anubi aveva il compito di traghettare i morti davanti il tribunale degli dei. Nel fumetto di Angelini & Taddei Anubi non traghetta nessuno. Si trascina in questa città che lo rifiuta. Passa da bar a bar bevendo campari e saltando pasti perché non ha soldi. Vittima del suo stesso destino fa poco per invertire la rotta del suo lento naufragio.

“Certe volte il sole splende sulla città. Il vento porta odore di mare. Ti sembra assurdo ma potresti decidere di rimanere qui per sempre. Comprare una casa. Mettere la testa a posto. Ma dura poco.”

Questo Zanardi moderno con la testa di cane ops sciacallo vi farà divertire. Vi farà anche emozionare perché è impossibile non empatizzare. E non è perché beve campari a ripetizione come il sottoscritto bensì perché Anubi è un personaggio vero, non so quanto autobiografico, ma decisamente credibile. E lo è nel suo vissuto, nei suoi fallimenti, nelle sue debolezze. Si fa carico di una città intera, la stessa città che nelle prime oniriche pagine sembra schiacciarlo oltre che respingerlo. Lo fa perché è inevitabile, perché non si sfugge al proprio destino. Del resto neanche ci prova.

.. (gli essere umani) quei semi-dei, da quale fogna sono usciti fuori, di quale pasta erano fatti i loro avi dato che ho il fondato sospetto che si potrebbero montare la testa…”

Mi fermo perché è difficile non raccontare nulla. Perché sarebbe brutto se svelassi qualcosa più di quanto abbia fatto. Perché è giusto che ciascuno di noi legga in Anubi quello che vuole. Anubi è una maschera? Anubi è una divinità tramontata? Anubi è solo un disperato di periferia? Oppure Anubi è solo uno che, come molti di noi, vuol solo sparire nelle maglie della propria città, esercitare il proprio diritto all’oblio.

Volevo solo complimentarmi con la GRRRz casa editrice che conosco perché è tra le anime del Crack, il festival del fumetto indipendente, non solo per aver pubblicato questo fumetto ma per averlo fatto anche in una edizione impeccabile. Pagine e vignette grandi che esaltano il disegno minimal ma perfetto di Angelini.

Posted in fumetti.