Se ami il calcio, e lo ami come lo amo io, accogli i libri che ne parlano sempre con una certa diffidenza. Atletico Minaccia Football Club, romanzo primo di Marco Marsullo, invece è scivolato via in un paio di notti, in maniera semplice perché leggere è anche intrattenere.
Protagonista un allenatore di terza categoria campana, innamorato di Mourinho, alle prese con ripetuti esoneri, a cui viene affidata una squadra appena nata che ha come presidente un titolare di un mobilificio. L’incipit del romanzo non è dei più originali, una storia che ha per protagonista una squadra di periferia, che parte battuta, con calciatori che stanno tra il talento e i casi patologici e un allenatore particolare. Una trama che da la sensazione del déjà vu, da pellicola di film americano, eppure stiamo nella profonda campania, quella dei campi di pallone polverosi, di società calcistiche tenuta in mano dal camorrista di turno e dalla passione verace per quel pallone che rotola.
E onestamente Marsullo ci riesce creando un’amalgama che funziona, direi misurata: buono il ritmo, riesce a farti sorridere, è sostenuto da una scrittura scorrevole, disegna quel calcio romantico che apparentemente manca a tutti, anche a chi sta 24h al giorno davanti Sky Calcio e non mette mai piede in uno stadio.
Quindi Vanni Cascione e il suo Atletico Minaccia saranno assoluti protagonisti del sogno di un’affermazione sorprendente, mentre scorrono descrizioni dei campi di periferia campana, di alcuni meccanismi del calcio dilettantesco, dove però girano lo stesso soldi, interessi, truffe e personaggi piuttosto pittoreschi. Frutto della commedia napoletana sono i tratti dei 2 “capi-supporters”, tanto quanto l’allenatore che per la partita decisiva si sbianca i capelli per somigliare al suo idolo Mourinho, o il centrocampista che arriva tardi agli allenamenti perché lavora in un magazzino.
“Io definisco questo romanzetto, anche un po’ per gioco, una “commedia di formazione”. Vanni Cascione compirà una parabola, una trasformazione, dalla prima all’ultima pagina, che farà di lui un vero allenatore, e non più la copia scalcagnata del celebre e amato allenatore portoghese. Io non l’ho fatto apposta, o meglio: Cascione ha avuto vita propria, io ho solo percepito i suoi bisogni e le sue voglie. Siamo diventati uomini insieme, io pagina dopo pagina capivo di avere per le mani davvero un bel personaggio, lui partita dopo partita si è reso conto di poter arrivare in fondo a testa alta.”
A soli 27 anni Marsullo dimostra di avere una facilità di scrittura che lo rende piacevole. Se poi siete come me, che ogni tanto il sabato pomeriggio vi buttate su una gradinata di qualche campo di periferia per vedere una di queste partite, dove si gioca al calcio polveroso dove tra linea di fondo e la rete di separazione con la tribuna è di un metro scarso allora passerete qualche ora piacevolmente leggendo il campionato dell’Atletico Minaccia. Nonostante i continui riferimenti a Mou che non gode assolutamente della mia simpatia.