Skip to content


Un calcio in bocca fa miracoli / Divorzio all’islamica a Viale Marconi

Ecco altri due romanzi, questa volta brevi, avuti tra le mani. Un autore italiano e un altro che italiano non è ma ormai vive in Italia. Due scenari completamente diversi ma che fanno dell’ironia uno dei punti centrali della propria narrazione.

 Un calcio in bocca fa miracoli l’ho letto per caso. Marco Presta l’autore del libro è anche uno dei due della fortunata trasmissione “il ruggito del coniglio”, che a dire il vero ho sentito pochissime volte, causa orario che a me rimane scomodo.
Una storia breve con protagonista un vecchio scorbutico e piuttosto misantropo, con una ex moglie che non vede mai e una figlia in un’altra città che frequenta ancora meno. Una storia divertente, certo, ma anche un po’ amara. Una storia di vecchiaia ma soprattutto di amicizia, quella con il solare amico Armando, che si mette in testa di far conoscere e mettere insieme due ragazzi del quartiere che non si conoscono ma a che suo avviso “sono fatti l’uno per l’altra”.
Cinico e disincantato, il protagonista sosterrà il suo amico nell’impresa nonostante rimanga sistematicamente contrario. Una serie di disgressioni sui giorni nostri, sull’amicizia tanto quanto sui rapporti affettivi, attraversano e vengono espresse dal protagonista, per cui non si può non provare simpatia. Sarà che tutte le persone che mi conoscono mi dicono da anni che da vecchio sarò un cacacazzi. Mah.
Unica critica ma non diretta a Presta stesso, il notare una certa tendenza tra gli autori italiani bel buttarsi a scrivere romanzi del genere e mi vengono in mente i vari Francesco Piccolo ed altri. Alla fine rischiano di stuccare…

 

Di Amara Lakhous avevo già letto lo scontro di civiltà etcetc quando esplose e destò curiosità. Ci riprovo questa estate leggendo Divorzio all’islamica a Viale Marconi nel viaggio di ritorno in aereo (piuttosto lunghetto) scegliendolo come tappa di avvicinamento a Roma. Mi aspettavo un romanzo completamente diverso ma non mi è dispiaciuto affatto. La storia, quella di una fantomatica cellula terroristica in Viale Marconi e dell’infiltrato siciliano che si spaccia per tunisino, sono solo un pretesto per raccontare da dentro le contraddizioni dell’Islam tanto quanto la vita dei migranti in Europa. L’essere donna, l’islam, le tradizioni, la famiglia, le mancanze, fanno di questo romanzo una storia di migrazioni, che rode da dentro le contraddizioni che chiunque di noi si porta dietro e schiaffeggia gli stereotipi razzistici di cui la nostra società è pregna.
Amara Lakhous si dimostra autore intelligente e brillante, nonostante il libro non è che mi abbia entusiasmato. Quantomeno ha il coraggio di raccontare, la nostra società alle prese con sicurezza e immigrazione, ormai nella vulgata politica e popolare, strettamente legate.

“ Gli italiani lasciano l’Italia per cercare fortuna altrove! Ma noi immigrati veniamo qui per lo stesso identico motivo!…c’è qualcosa che non funziona.”

Rimane un romanzo carino e intelligente, magari non sostenuto da una vera storia e magari anche da una scrittura in alcuni momenti un po’ ripetitiva ma che fa dell’umorismo, quello nero nero, una delle chiavi. Non so quanto ci sia riuscito ma di sicuro ha tirato fuori un prodotto “vendibile” anche per la tv o il cinema 😉

Posted in narrativa.

Tagged with , .


One Response

Stay in touch with the conversation, subscribe to the RSS feed for comments on this post.

  1. escort Paris says

    Potrebbe essere bene che cosa mettere nel mio piccolo weblog personale, se inserisco un riferimento alla presente pagina web?