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Betibù

Tempo fa mi consigliarono questo giallo di Claudia Pineiro, scrittrice argentina, abbastanza conosciuta, tranne che al sottoscritto. Rimediato in e-book ho dedicato alcune serate proprio a questo Betibù, non rimanendone deluso ma neanche entusiasta.

Facciamo chiarezza, Betibù non è un giallo. Usa l’intrigo giallesco per un romanzo, dai personaggi piuttosto interessanti, in cui si filosofeggia, di vita, morte, amore, delusione, rancore. Un romanzo che parte lento, diventando piano piano sempre più avvincente, capace di regalare un finale che sorprende, il tutto sostenuto da una scrittura non proprio fluida ma parecchio ironica.

La Pineiro indubbiamente sa scrivere. E se il non usare il virgolettato per i dialoghi e una forma che mi piace, è innegabile che affatichi abbastanza il lettore. Se ne perde in scorrevolezza mentre tutto si fonde come in un unico dialogo.
La protagonista è Nurit Iscar, detta Betibù per la somiglianza con l’icona femminile degli anni 30, considerata la “dama nera” delle romanziere argentine, caduta un po’ in disgrazia dopo il fallimento del suo ultimo romanzo. Si troverà ad indagare insieme ad un ragazzetto di cronaca nera e ad un navigato giornalista, Jaime Brena, “retrocesso” alla pagina di costume e gossip. L’omicidio di un uomo all’interno di uno di questi quartieri residenziali, blindati e circondati da mura, saranno ricollegati ad una serie di suicidi sospetti. Attorno a questi personaggi se ne muovono diversi altri, tutti con una caratterizzazione ben precisa, soprattutto il terzetto di amiche di Nurit, a tratti davvero divertenti.

“L’assassino è colui che rimane in vita”.

Un romanzo un po’ giallo in salsa femminile, che magari non entusiasmerà lettori e lettrici, ma che sicuramente funziona per gran parte delle quasi 300 pagine. La Pineiro da la sensazione di divertirsi quando scrive e quando prende in giro, con sottile ironia, il modo di fare giornalismo e letteratura nel paese argentino. E non sorprende neanche il fatto che la critica possa essere sostanzialmente riportata para para qui in Italia. Del resto si dice sempre che “tutto il mondo è paese”.

Posted in narrativa, noir - gialli.

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