Non mi capita spesso di ordinare un libro. Però stavolta mosso da simpatia verso Agenzia X e da una recensione su Carmillaonline mi sono deciso a fare questo passo (per me) assai rivoluzionario: ordinare Zentropia di Adriano Barone in libreria.
“Quando ho deciso di scrivere un romanzo politico che raccontasse l’Italia di oggi, ho subito deciso che non avrei preso la strada della mimesi. Lo spettacolo impietoso di classe politica ed economia e società allo sbando è davanti ai nostri occhi ed è fin troppo chiaro, fin troppo visto, uno spettacolo a cui ci siamo assuefatti e che non ci scuote più. Quindi ho deciso di raccontare il dopo.”
E il domani descritto da Barone è un domani prossimo assolutamente possibile a tratti probabile. L’Italia fuori dalla UE, isolata dagli altri paesi europei, italiani in fuga ma che vengono respinti a fucilate dagli altri paesi. Una guerra civile ha distrutto tutto, rimane poco. Una dittatura militare (non aggiungo feroce perché altrimenti che dittatura militare sarebbe?) governa il paese. Terzalinea è un movimento di opposizione e al suo interno si muove una cellula che pratica teorie contro-sessuali. La maggior parte degli italiani si rifugia in una nuova religione l’asomatismo, i cui gli adepti si fanno amputare gli arti e tenere in vita in stato vegetativo. La chiamano meditazione. Ragazzini nazi-chic si aggirano nelle città, nipoti ideali dell’Alex di Arancia Meccanica, a caccia di adulti perché è colpa degli adulti se stiamo come stiamo.
“Se incontri Buddah per strada, uccidilo”.
Barone in questo breve romanzo a cui attinge alla fantascienza, al pop visionario americano (oh solo a me è venuto in mente Charles Burns?!), molto queer, tratteggiando una serie di personaggi piuttosto curioso. Tutti giovani o giovanissimi, confusi, impauriti e assolutamente vittime del caos creatosi. La più interessante è sicuramente Bea, leader indiscussa di una cellula di terzalinea, un’operazione d’alta chirurgia ha trasformato il suo corpo in un unico e libidinosissimo punto G. Applica ciò che Beatriz Preciado teorizza e insegna. Nonostante la mia enorme fatica nel muovermi e comprendere appieno, il post-porno o il post-femminismo (qualsiasi cosa che abbia post davanti mi disorienta) mi sono ritrovato a sfogliare e immergermi in una storia dura e cruda. Uno spaventoso futuro prossimo che Barone utilizza per fare a pezzi il nostro presente.
“Cosa succederà all’Italia tra poco, tra pochi secondi, cosa sta già accadendo? La resa. La resa totale e incondizionata. La mancanza di reazione come sistematica non-reazione alle cose. Anzi, la fuga di fronte alle cose, alla realtà che sembra sempre troppa per questo paese. L’indifferenza borghese, la stessa raccontata da Moravia durante il fascismo. Un’indifferenza più cazzona, più tamarra, come siamo noi in questo inizio di ventunesimo secolo. Un’indifferenza rassegnata. Un abbandono all’entropia talmente assoluto da diventare sereno, rilassato, disteso nella sua totale mancanza di speranza. Un’entropia zen.”
Tutto è Z ripetono ossessivamente alcuni dei protagonisti. Tutto è Z tutto è nulla. Barone ci porterà proprio verso questo nulla e verso questa dissoluzione in un romanzo ben riuscito, forse un po’ troppo breve, anzi sicuramente breve. E lo dico perché avrei continuato a leggerne, perché la trama è ricca di spunti e di osservazioni azzeccate. Il tutto sostenuto da un buon stile e una buona scrittura.
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