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La colpa

Un weekend di pigrizia assoluta e qualche ora di lavoro, con socialità ridotta al minimo, mi hanno permesso di leggermi l’appena uscito La Colpa di Lorenza Ghinelli, secondo romanzo ad un anno di distanza da Il Divoratore, che fu il folgorante esordio dell’autrice.

Ho sempre pensato che avrei potuto tenere un master sui “sensi di colpa”. Come con le ossessioni, mi ci nutro sistematicamente. E lo faccio ormai con una professionalità che a volte mi fa spavento. Perciò ho ritrovato una certa familiarità nei protagonisti di questo romanzo: Estefan e Martino, appena maggiorenni, e Greta, una bambina che incrocerà le loro vite. Un passato oscuro e mostruoso, un enorme senso di colpa, nodi irrisolti che sistematicamente affiorano sono i caratteri che li contraddistinguono in questo che è un romanzo cupo e tagliente, difficilmente ascrivibile ad un genere letterario.

Non è un romanzo di formazione, ha dei tratti horror, ma rimane comunque qualcosa di diverso e che sfugge. E aggiungo fortunatamente. La Ghinelli ha stile e forza, e i suoi romanzi per quanto possano essere anche crudi e taglienti, disegnano sempre dei personaggi (quasi sempre minorenni) profondamente sensibili. Il passato dei tre affiorerà lentamente come una enorme catarsi che non ha bisogno di pentimenti. Bisogna fare prima o poi i conti con i propri traumi, saperli affrontare di petto per quanto possano essere dolorosi. Io ad esempio non ne sono capace, preferisco coltivare i miei sensi di colpa come un coltivatore di bonsai.

Se è vero che fare un buon esordio è difficile, ripetersi è davvero impegnativo. La Ghinelli ci riesce, anzi, a mio avviso convince più che ne Il Divoratore. Un romanzo decisamente migliore quest’ultimo, scritto bene e con uno stile avvincente per quanto la trama sia difficile e impegnativa. Gli adolescenti non sono immuni dalla violenza adulta, la vivono e la subiscono. D’altronde ai tre protagonisti non è stato permesso di rimanere bambini.

Chiudo con un plauso alla casa editrice Newton Compton, che dimostra come si possa produrre libri, con una copertina rigida, ben fatti e ben stampati, facendoli pagare 9.90 euro. Come un e-book, come una edizione che ne costa almeno il doppio.

 

Ps
Spero entro breve di averla ospite a Tabula Rasa, anzi ci conto, visto che oltretutto è molto piacevole conversare con lei.
Stay tuned.

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