Confermarsi nel panorama saturo del noir europeo (dico “saturo” perché le librerie sono ammorbate dal “trend” del noir scandinavo, elemento del quale non sentivamo il bisogno, e di conseguenza le case editrici investono su mediocri autori svedesi uniformando e appiattendo l’offerta) non è facile: spesso dopo un buon romanzo d’esordio il rischio è quello di non avere più niente da dire e di sbrodolarsi addosso pagine noiose.
Invece Pandiani, che di nome fa Enrico e non Walter come il centroavanti della nazionale uruguaiana, riesce in questo intento e “Lezioni di tenebra” è un’ opera terza di spessore.
Uscito per i tipi di Instar libri nei primi mesi del 2011, Lezioni di Tenebra riesce a dare un seguito credibile al buon esordio del torinese Pandiani che con Les Italiens e Troppo Piombo aveva portato una ventata di aria fresca per la produzione nostrana: l’ispettore Jean Pierre Mordenti e la sua squadra di poliziotti parigini di origine italiana si trova a investigare su un caso difficile e complesso in primis perché segnato dall’omicidio di Martine, fidanzata dell’ispettore stesso.
Dopo una cena con amici Martine, fotografa di un prestigioso studio parigino, viene giustiziata con un colpo di pistola al cuore da una donna con un caschetto di capelli rossi e l’aria algida e glaciale proprio sotto gli occhi del fidanzato poliziotto.
L’indagine viene affidata appunto agli “italiani del cazzo” della Polizia Criminale di Parigi, ma Mordenti è troppo coinvolto, febbricitante di vendetta, nonostante l’affiancamento di una bellissima collega per tenerlo sotto controllo.
Ritmi incalzanti, fra locali sadomaso dove si pratica la raffinata tecnica bondage dello Shibari (altre vittime della misteriosa rossa sono trovate legate con questo antico metodo giapponese) e il mondo dei collezionisti d’arte, esplosioni, colpi di pistola, inseguimenti e un finale roccambolesco dove tutte le parti del puzzle vanno al loro posto.
Pandiani ci regala un noir “alla francese”, intriso di humor, violenza e malinconia, con protagonisti talmente ben delineati da diventare personaggi (la peculiarità di Mordenti è quella di girare con una vecchia Karamann Ghia), un’ambientazione accurata e puntuale (Parigi e Torino – sfondo della vicenda – sono rese alla perfezione) e una scrittura fresca e vivida.
Lezioni di Tenebra ci tiene sulla corda, su un filo nero affilato come un rasoio e senza mai una caduta, alimentato dall’animo vendicativo e arrabbiato dell’umanissimo Mordenti, inanellando 359 pagine perfette, proiettili di narrativa contemporanea con un occhio ai grandi classici francesi (dal pessimismo di Leo Malet a Manchette). Aspettiamo il quarto romanzo per la consacrazione, alla faccia della Scandinavia.