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Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

E’ un dato oggettivo che in questo periodo sono un po’ scarico e leggo molto ma molto di meno. No, non ho neanche cambiato spacciatore. E’ un po’ di fatica accumulata e boh forse sta maledetta primavera (ma che fretta c’era?).
Fatto sta che in questi ultimi 10 giorni mi sono sparato le quasi 500 pagine de “Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve” di Jonas Jonasson, che solo in Svezia lo scorso anno ha venduto 500 mila copie.

Questo romanzo l’ho scoperto in un bagno non mio, mentre sfogliavo un settimanale inserto del Corsera, a tarda notte, visto che ne avevano pubblicato un capitolo in anteprima. Il risultato è stato che qualche giorno dopo sono andato a prenderlo in libreria visto che mi era piaciuto. Poi non leggo quasi mai gli autori svedesi e non sono stato manco travolto dall’onda Larsson o Holt.

Protagonista (non) assoluto è Allan Karlsson, arzillo centenario, che il giorno del suo 100esimo compleanno decide di scappare dalla casa di riposo, rubarsi una valigia in una stazione dei bus, scoprire che conteneva 50 milioni di corone e incontrarsi con un altro vecchietto, questa volta “solo” settantenne, mentre i possessori della valigia si mettono sulle loro tracce. Qui inizieranno una serie di disavventure, mentre la banda del centenario si ingrosserà di qualche altro elemento, e la polizia gli si metterà alle calcagna. La cronaca della fuga è alternata dalla alquanto fantasiosa e incredibile storia della vita del protagonista: un uomo che ha attraversato la storia del 900, avendo a che fare con tutti i protagonisti, da Churchill a Mao passando per Stalin, servizi vari, praticamente una mezza stronzata e un mezzo per raccontare la storia recente in maniera al quanto discutibile.

Jonasson tutto sommato costruisce un romanzo scritto bene, a tratti anche simpatico o appena divertente. Un libro facile da leggere. Personaggi piuttosto improbabili ma che risultano anche carini, senza lasciare traccia. Forse l’unico davvero riuscito è il fratello scemo e segreto di Einstein, compagno di fughe e di avventure di Allan. Ah c’è pure un elefante.

Certo è che se pensate che questo è stato un best seller mi viene da pensare che in Svezia si annoiano molto e leggono di tutto. Ma d’altronde è anche vero che in Italia vende tantissimo uno come Moccia, a cui preferirei una dose di eroina tagliata male.

L’unica domanda che mi sono fatto per tutte le quasi 500 pagine è stata: ma al cambio, quanto cazzo sono 52 milioni di corone svedesi? Mah.

 

Posted in narrativa.


One Response

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  1. Martina says

    Completamente daccordo con te, si effettivamente è un libro scorrevole, leggero e a tratti divertente. Protagonista assoluto Allan che ti trasmette anche un senso di libertà e nessuna paura, ma a un certo punto ti piace anche credere a tutto…ma quado arrivi al capitolo nel qle raccontano la loro versione dei fatti al GIP Ranelid, è troppo…. è davvero troppo… ti viene da pensare come dici, che in Svezia si annoino parecchio e che in IT si legge volentieri Moccia per cui… credere a tutto prevale la sensazione di libertà che ti trasmette il protagonista. Daccordo con la riuscita del personaggio Einstein. By the way, sono ben 6mio di euro…