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Sabato sera domenica mattina

“Perché ci fanno fare il soldato dal momento che non facciamo per combattere tutta la vita? Combattiamo con le madri e le mogli, con i padroni di casa e i capireparto, i poliziotti, l’esercito, il governo”.


Saturday Night Sunday Morning l’hanno cantata i Madness, ancora prima Karel Reisz ne aveva fatto un bel film. Tutto tratto da un romanzo, Sabato sera domenica mattina, che il grande scrittore Alan Sillitoe aveva scritto a soli 30 anni, raccontando una storia di un giovane e riottoso operaio del nord dell’Inghilterra negli anni ’50. Arthur lavora come tornitore nella locale fabbrica di bicicletta. Passa il proprio tempo con donne sposate i cui mariti fanno i turnisti di notte, si ubriaca nei pub ed è pronto alla rissa. Ha un carattere esplosivo, un po’ stronzo, a tratti infantile ma coltiva una sana ribellione mista a indolenza. Sullo sfondo la Nottingham dei quartieri operai, teatra e vitale allo stesso tempo.

“Arthur si eccitò sentendo il rumore del vetro che si rompeva: sintertizzava tutta l’anarchia che c’era in lui, era il rumore perfetto, quello più adatto ad accompagnare la fine del mondo e di se stesso. Corse verso il disastro; ogni suo passo sul marciapiede riecheggiava nel circolo vuoto di edifici, rimbalzando da un angolo deserto all’altro.”

Arthur è un ribelle. Rifiuta qualsiasi autorità e ha saldo in mente che non si farà mai mettere i piedi in testa da nessuno. Pronto allo scontro, lavora come un mulo ma sogna di far saltare in aria la sua fabbrica. Tutte le fabbriche del Regno Unito. E Alan Silltoe è il perfetto e splendido autore di un libro, fatto di atmosfere e sentimenti, descritti con forza e precisione. Un intellettuale di strada che ha dato vita agli “angry young men” scrittori working class che hanno rivoluzionato e svecchiato la narrativa inglese. Secondo il Times, Silltoe, recentemente scomparso, è stato uno dei più importanti intellettuali inglesi.

Avevo già letto il bel La solitudine del maratoneta e di questo vi consiglio di leggere con attenzione le ultime 50 pagine, dove tendenzialmente gli eventi del protagonista si sono conclusi e rimane questa descrizione, splendida, di un natale in una famiglia proletaria. La sbronza al pub, la colletta per la birra, maschi arrabbiati e donne scaltre, ribellione latente e orgoglio lumpen. Tutto descritto con armonia e raffinata semplice scrittura. Silltoe rifiutava la notorietà, un uomo schivo e fiero della sua cultura working class, a cui a restituito la giusta rabbia e dignità.

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