Due fumetti letti nell’arco di 24h. Due storie completamente diverse, dal tocco poetico, delicate e amare come il tempo che viviamo: Yeti di Alessandro Tota e La Boucherie di Bastien Vivès.
Entrambi mi hanno sopreso, partendo da Yeti, letto in un pomeriggio, è il tenero racconto che vede protagonista un enorme simil barbapapà elefante rosa, dal sapore molto miyazakiano, costretto a lasciare la sua valle per spostarsi a cercare fortuna in città. Una storia di precariato, migrazione, diversità e d’amore, dopo il suo incontro con Caterina. Italiana emigrata a Parigi, amica precaria di due coetanei, un italiano e un tedesco. Una storia disegnata molto bene, semi-autobiografica come afferma lo stesso Tota, al suo esordio “Sì, ho lavorato in un call center, esattamente come nel libro. Dall’esperienza ho tratto anche un reportage a fumetti, che feci con grande entusiasmo per Internazionale, il settimanale di giornalismo. Dopo questo periodo ho pensato che fossi arrivato alla maturità giusta per un libro di 110 pagine, che è quello che si definisce un romanzo a fumetti. E quindi ho ripreso le esperienze dei primi anni a Parigi, usando una “porta laterale”, lo Yeti, questa sorta di Barbapapà che ho fatto interagire con un ambiente che è invece molto realistico.”
Si legge tutto d’un fiato, lascia un velo di tenerezza e romanticismo, come il nostro protagonista, che parla un altro linguaggio che si riduce al suo gnù!
“Di conseguenza, il romanzo è autobiografico nella misura in cui rappresenta una piccola parte di me, troppo piccola per rendere conto del tutto, però sicuramente si tratta di una parte reale del mio carattere. Per quanto riguarda le vicende, sono situazioni che se non ho vissuto io direttamente, le ho viste capitare o mi sono accadute cose simili”.
Vivès, invece lo seguo su AnimalS e avevo già letto il suo bel Il Gusto del Cloro. Prestatomi dall’amico libraio, La Boucherie (la macelleria in italiano) è in edizione francese e dunque il lingua, ma l’essenzialità e la brevità dei dialoghi di Vivès lo rendono comprensibile anche a uno come me! E’ una storia dell’evoluzione di un rapporto d’amore. Una storia di quelle che finiscono male. La complessità di un rapporto, l’ineluttibilità di una fine, i capricci di chi non vuole rimanere solo. Breve come un soffio, tavole azzeccate e metafore particolarmente riuscite. Ci si riconosce, ci si ritrova e si è costretti a ripensare a un fallimento d’amore. Vivès mostra di nuovo tutto il suo talento e in questo è simile a Tota (entrambi sotto i 30). In questo romanzo, la chicca per me, rimane il ritrovarci i versi di una canzone dei Le Rou Ketanou: elle est belle.
Due letture azzeccate che mi riconciliano con la lettura. Notte.