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Scorre la Senna

A me la Vargas piace un sacco. E appena è uscito “Scorre la Senna”, una raccolta di 3 storie brevi, l’ho preso, nonostante i 13 euri (vabbè l’ho preso scontato) per le appena 92 pagine. A Roma si dice “togliersi la sete col prociutto”, visto che tornare a leggere le avventure del commissario Adamsberg, lo spalatore di nuvole, è sempre piacevole ma è stato tutto troppo breve e aggiungerei costoso.

“L’inerme è imbattibile” canta Massimo Zamboni, ex CCCP non folgorato dalla deriva teocon di Ferretti, e sembra che l’abbia scritta pensando al personaggio feticcio dei romanzi di Fred Vargas. Un uomo che non si agita mai, che cammina molto per riuscire a pensare, che silenziosamente subisce gli eventi per poi poter scattare in avanti al momento opportuno. E 3 sono le storie inedite in cui lo troveremo protagonista:
nella prima un barbone che vive sotto al commissariato e si diverte a depistare la breve indagine di Danglard fino all’intervento di Adamsberg. La seconda parla di un crimine commesso la notte di Natale, il che consente alla Vargas una delle sue stravaganti divagazioni sul folclore locale. La terza, brevissima, abbiamo per protagonista un venditore di spugne che assiste a un omicidio seduto, mezzo addormentato, sui sedili della metro di Parigi.

Ma non è la trama o come si sviluppa il romanzo a fare la forza dell’autrice. Tutt’altro.
L’ironia, le descrizioni dettagliate dei personaggi, degli ambienti, a dare il fascino alla narrazione di questa scrittrice, più per hobby che per lavoro visto che nella vita è ricercatrice di archeozoologia presso il Centro nazionale francese per le ricerche scientifiche (Cnrs), ed è specializzata in medievistica. Io li chiamo libri di evasione. Ti coinvolgono e ti trasportano in ambienti diversi dai tuoi, scollegandoti completamente dalla realtà. Questo a dire il vero dura lo spazio di una notte, due al massimo se andate avanti lentamente. Lenti come Adamsberg ma senza il bisogno di trovare il colpevole. Chissà cosa si inventerà ora la Einaudi per continuare a cavare soldi dalla Vargas visto che hanno praticamente pubblicato tutto…

La donna grassa volò al di sopra del parapetto del ponte National
fino alle acque nere della Senna. Il fiume scorreva veloce, spinto da
un vento gelido. Nessuno per strada, nessuno che fosse lì a vedere. Bar
chiusi, taxi assenti, città deserta. Il Natale è una festa domestica,
interna. Fuori non filtra niente. Persino i solitari irriducibili si
radunano in un’osteria con due bottiglie e quattro imbecilli. La
solitudine, il vagabondaggio, sopportabili e a volte addirittura
sfoggiati spavaldamente nel resto dell’anno, sembrano di colpo un
disonore infamante. Il Natale getta l’obbrobrio su chi è solo. Così,
prima di mezzanotte tutti si sono rintanati. La donna grassa volò in
acqua senza che nessuno s’immischiasse.

PS

In queste ultime notti ho anche terminato lo splendido fumetto Ice Haven di Daniel Clowes e La Lunghezza dell’Onda, un saggio che ho cominciato a leggere perché “costretto” (me l’hanno regalato) ma che alla fine mi sta anche piacendo…

Posted in noir - gialli.

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