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Le Strade di Sabbia

Paco Roca è uno davvero bravo. Scoperto questa estate, grazie al “disegnatore immorale” (in arte ZC), che mi prestò lo stupendo Rughe, splendido racconto grafico che ha per tema la malattia dell’alzhaimer, non ho potuto fare altro che comprarmi l’appena uscito Strade di Sabbia, scovato l’altra sera mentre tentavo di ubriacarmi in solitudine sugli scaffali di Giufà. Meno forte e meno intenso del precedente, quest’ultimo è un racconto fantastico di un uomo che si perde totalmente entrando della parte vecchia della propria città. L’uomo senza nome, come viene ribattezzato, si ritrova a vagare in un quartiere popolato da personaggi “molto particolari” e soprattutto impossibilitato a uscirne. Quando Doppleganger gli proverà a rubare l’identità dimenticata, l’uomo senza nome si ritroverà a battersi per non cadere nel definitivo oblio, nel sogno di una quartiere in cui gli abitanti non dormono di notte “per burlarsi della morte”.

Un viaggio onirico quello di Paco Roca e del suo protagonista, forse non riuscito fino in fondo, capace di regalare una lettura comunque piacevole e sensazioni forti, in questo che vuol essere soprattutto un omaggio ai grandi della letteratura. Infatti come ci spiega a “noi comuni ignoranti” nella prefazione, Diaz de Guerenu, espliciti sono i riferimenti a Borges (il titolo e non solo), a Edgar Allan Poe (la lotta con il doppio), Melville (la bara salvavita) come a Kafka (il castello-albergo dove si rifugia l’uomo senza nome) e Dostoevskij. Un probabile omaggio a quella letteratura che è evidente che Roca ami molto, un omaggio leggero, pieno di humor ma dallo stesso spessore.

Da leggere, magari insieme o prima dello splendido Rughe (che va letto a prescindere essendo davvero un capolavoro), disegnato e inchiostrati molto bene entrambi, e complimenti alla Tunué per pubblicare questo autore in una edizione ben fatta e a un prezzo più o meno accessibile.

Posted in fantasy, fumetti.

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