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Ghost World

Letto nel pomeriggio di ieri, Ghost World di Daniel Clowes mostra tutto il talento di questo autore americano che già mi aveva esaltato con David Boring. Dedicato a chi crede che i fumetti o graphic novel che fa più figo siano letteratura di serie B.

Come recita perfettamente la quarta di copertina, Ghost World” parla della cosiddetta”Generazione X”, evitandone però tutti i cliché e anzi fornendo unritratto melanconico e affettuoso di due adolescenti, Enid e Rebecca,in quel momento decisivo delle loro vite in cui sono costrette adiventare grandi e a dover prendere una determinata strada che, non èdetto, le faccia continuare a stare insieme. Un lungo racconto chemescola tenerezza e partecipazione nelle vite delle protagoniste, maanche uno sguardo distaccato nell’osservare, rappresentare e descrivereil mondo allo sfascio che le circonda, quella “cosiddetta” normalità incui le due ragazze si dovrebbero uniformare, ma da cui invece cercanodisperatamente di fuggire, forse senza speranza.

Enid e Rebecca sono esaltanti, divertenti, ciniche, riottose, tremendamente adolescenti e altrettanto spaventate, solitarie e sprezzanti nei confronti delle loro amiche e delle loro famiglie, quasi da mettere in dubbio che sia stata scritto da un uomo. E allora complimenti a Daniel Clowes, dal cui fumetto è stato tratto un omonimo film nel 2001, in cui lui stesso ha curato la sceneggiatura, che spero sia altrettanto divertente e amaro come il libro stesso.

A questo punto se volete quadrare il cerchio su questo autore non vi rimarrà che leggere anche Ice Haven insieme al già citato David Boring, altro capolavoro di un autore che non sa soltanto raccontare le inquietudini adolescenziali degli americani (molto autobiografiche) ma che sa sbatterci in faccia tutte le nevrosi della nostra quotidanietà.

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