Prestato dal mio ex coinqui e socio di serate inutili tra tv, thc, vino e letture, con un po’ di diffidenza mi avvicino a questo libro. La diffidenza nasce dal fatto che è strano leggere un libro di cui si conoscono i due autori e molte delle storie o leggende metropolitane narrate. Dunque proverò ad essere il più oggettivo possibile, cosa a me tendenzialmente quasi impossibile.
Roma KO Romanzo d’amore droga e odio di classe prende spunto da una storia inventata, lo sgombero del palazzone di Corviale e la rivolta degli abitanti, per raccontare 30 anni di movimento a Roma e non solo, ma anche di controculture, mode e tendenze giovanili: i punk, i primi rave, la curva sud romanista a cavallo tra i 70 e gli 80, le prima occupazioni dei centri sociali, la Pantera, fino a Genova 2001.
Sono molte le vicende raccontate, tendenzialmente reali e sicuramente un po’ romanzate, in queste pagine ricche di nostalgia per chi come me una metà le ha vissute (parlo soprattutto di quelle riguardanti il movimento) perché infondo anche questo nel suo piccolo è Storia. Almeno la storia di tante e tanti. Ma forse è proprio per questo che il libro non mi ha convinto fino in fondo. Ci sono ancora così dentro (nonostante nella realtà affermi sempre il contrario) che provo difficoltà a leggere pagine e racconti così diversi da quelli che farei io. Ovviamente non è colpa né di Philopat né del Duka ma dalla mia inguaribile mancanza di romanticismo mista all’impotenza di fronte al declino e alla regressione che stiamo vivendo.
La mancanza ora di quel sentimento di identità, di quella rabbia, che rendeva tutti, nonostante le differenze, partecipi e figli di quello stesso e sano odio di classe, aumenta dunque la mia frustrazione. E visto che non sono né vecchio e né ci tengo ad atteggiarmici magari per compensare consiglio pure la lettura di un libro in cui tanti si riconosceranno o sorrideranno nel viaggio all’indietro del Duka. Fatelo senza aspettarvi niente, come se stesse vedendo le foto di quegli anni scattate da qualcun altro. Il libro soprattutto nel finale ha delle pagine belle con una fiammata che magari tutti e tutte noi ci augureremmo.
Ma questa è tutta un’altra storia e per concludere cito un’amica apparsa nel libro che alla fine di un breve scambio di impressioni ha chiuso dicendomi: “Ora toccherebbe fa un libro su tutti i retroscena delle storie che racconta er Duka!”.
mi fa cacare ed è anche un coglione 🙂