Avevo diversi pregiudizi nei confronti di Jiro Taniguchi. Non so perchè (altrimenti mica erano pregiudizi) ma ogni qual volta sfogliassi un suo manga rimanevo molto dubbioso., finchè non ho trovato a metà prezzo questo In una lontana città, 400 pagine raccolte in un volumone ben stampato.
“Il tempo che è passato non si può più cambiare”.
Lo spunto dei libro è molto semplice, poco originale e molto giapponese. Un adulto si risveglia improvvisamente nel suo corpo da adolescente, un po’ come nel film di Coppola, Peggy Sue si è sposata. Il 48enne dalla vita piatta, sentimenti sopiti, una famiglia normale, emozioni zero, si ritrova a vivere l’estate dei suoi 14 anni, accarezzando l’idea e la possibilità di poter cambiare la propria storia. Fico no? C’avete mai pensato? Io sì e penso che magari rifarei per intero tutte le cazzate che ho fatto.
Tralatro quella è la stessa estate in cui il padre, inspiegabilmente e improvvisamente abbandona la propria famiglia facendo perdere le proprie tracce. Hiroshi dunque, rinchiuso nel suo corpo da quattordicenne, tra neo-amori ed entusiasmi ritrovati, proverà ad impedire che questo accada ma soprattutto a capire il motivo del gesto del padre. Tutto questo percorso a ritroso nel tempo, saranno lo spunto per l’Hiroshi adulto sul come ritrovarsi e riflettere sul proprio presente.
La storia è accompagnata da disegni impeccabili e uno stile da manga d’autore. Cura dei dettagli, tavole curate, direi quasi maniacali, tanto che Taniguchi afferma in una intervista “Quando costruisco una scena, la definizione dei dettagli diventa parte del racconto. Mi appassiona disegnare nel dettaglio. Forse disegno anche troppo nei dettagli”.
Alla fine il tutto si sviluppa bene, con armonia, tanto da risultare più che soddisfacente. Certo come sempre è tutto molto giapponese. Sentimenti schiacciati, rapporti familiari assurdi, emozioni centelinate e/o represse. Eppure rimango affascinato sempre dalla narrativa giapponese, manga e non. So così matti che me fanno sentì sano. Bella sensazione.
Ancora una volta i miei pregiudizi mi stavano dando un consiglio sbagliato. Però io a loro non rinuncio. Mi danno una assurda sicurezza.