Questa che state per leggere è la 50a recensione di questo blog aperto solo pochi mesi fa e non posso che non complimentarmi col mio socio per il ritmo raggiunto da entrambi. Siamo dei bravi lettori (al di la’ dei gusti) appassionati e curiosi oppure siamo semplicemente degli sfigati misantropi che la sera spesso non hanno nulla da fare?
Mentre proveremo a darci una risposta posso affermare che il thriller Tokyo Soup merita questa 50a recensione soprattutto per la bravura dell’autore Ryu Murakami, piuttosto noto per il suo Tokyo Decadence.
Tokyo Soup è un libro dal formato pocket e che trovate in edizione economica. Un thriller che parte lento per poi diventare ossessivo come i pensieri del protagonista Kenji nei riguardi di Frank, turista americano che vuol conoscere le zone “hot” della capitale giapponese. Infatti sarà proprio Kenji, ventenne guida turistica senza licenza, ad accompagnare il gaijin nei locali a luci rosse, in cerca di sesso e situazioni al limite. Tutto questo mentre per le strade di Tokyo si aggira un serial killer e mancano pochi giorni al nuovo anno.
Ma Kenji comincia da subito a dubitare del suo cliente, ad andare in paranoia per ogni singolo sussulto, a cercare di intuire le tracce del bonno, l’istinto malvagio, finendo per rimanere coinvolto in un vortice sorprendente, angosciante, violento e crudo. Tutta la storia si svolge più o meno in 48 ore ed è anche lo spunto per raccontare la Tokyo malfamata, quella degli omiai pub, della prostituzione giovanile e non in Giappone, la sessualità deviata e deviante indotta dai consumismo e dai ritmi di vita giapponesi.
Si leggono velocemente queste 230 pagine e se siete minimamente affascinati dalla cultura orientale, dagli hard boiled in stile jap, probabile che Ryu Murakami faccia per voi.
È un altro romanzo di M. Ryu (del 1980) e spacca. Appena lo traducono accattatevelo.
comunque siamo due sfigati misantropi, e pure brutti fisicamente.
Ma mai quanto Tare.