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I fuochi del nord

 Nonostante la mia apparente misantropia o apparente autismo, so ascoltare le persone. Soprattutto so cogliere consigli su letture o visioni. I Fuochi del Nord di Derek Nikitas l’ho terminato stanotte ad un orario improbabile. Talmente improbabile che non ho avuto il coraggio di guardare l’ora. Lo trascinavo da qualche giorno e volevo mettermelo alle spalle visto che la pila dei libri da leggere incombe, appena entro nel bunker in cui vivo.

Consigliatomi dal curatore della bella collana revolver, Matteo Strukul, questo thriller non sembra uscito dalla penna di un autore americano. Saranno i riferimenti alla mitologia nordica, sarà che l’uomo che viene assassinato è un nordico, saranno la lentezza o i paesaggi innevati, boh ma non sembra affatto un romanzo americano. Anche l’averlo chiamato thriller probabile che sia riduttivo, viste le venature fantasy o noir. Possiamo tranquillamente affermare che Nikitis spazia e affonda in diversi generi letterari per tirarne fuori una storia in cui le donne sono le protagoniste, nel bene e nel male di tutta la faccenda.

Lucia Molberg assiste all’omicidio del padre Oscar, in un parcheggio di un centro commerciale. Si tratta di una rapina almeno apparentemente ma alcuni elementi e la violenza scaturita porta la detective Greta Hurd a seguire più tracce. Da questo spunto nasce una storia complessa, morbosa e violenta, tra gang di motociclisti nazistoidi e poliziotti induriti dalla vita.

Donne protagoniste, dunque, sullo sfondo la provincia americana, desolante con i suoi mega centri commerciali con parcheggi grandi come distese di cemento e monotone villette a schiera con giardino annesso, descritta in maniera sagace dall’autore. Lento nello sviluppo, morboso e violento a sprazzi, sorretto da una scrittura densa, Nikitas non ha scritto un libro semplice da fruire. Per appassionati di thriller ma con la velleità di andare oltre il genere. Riesce sicuramente, anche se ho faticato in alcuni passaggi. Forse troppo abituato a velocità più sostenute, almeno nelle ultime letture, non sempre sono riuscito a sintonizzarmi allo stesso ritmo di Nikitas. D’altronde è innegabile che sia un autore tosto, che non regala niente al pubblico e non cerca artifizi narrativi.

Va bene così. Rimane la conferma per la Revolver, collana che promette bene sin dalle prime uscite e che spero continui a tirare fuori conigli dal cilindro. C’è bisogno di nuovi autori non troppo conosciuti.

Posted in noir - gialli.