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Asterios Polyp

 Succede che vengo investito dell’andare a comprare un regalo per un’amica. Succede che mi viene detto “tu che li conosci, scegli un paio di fumetti”. Succede pure che il primo che scelgo sia quello di Zerocalcare. Ma succede anche che il secondo che scelgo sia un fumetto che pensavo di comprare (almeno quando l’avrei trovato scontato) perché ero maledettamente curioso di leggerlo: quello di David Mazzucchelli in “Asterios Polyp”. Ed è quello che compro.

E succede anche che lo porto a casa, gli tolgo delicatamente la plastica e in due sere me lo leggo. Ovvio che al momento della consegna farò outing e confesserò di averlo letto prima io. Infondo chi mi conosce sa che tratto i libri benissimo, come se infondo li rispettassi e che se, ad esempio, gli facessi un’orecchia per il segno libro commetterei una violenza.

Trenta euro (o 29 non ricordo) il libro di Mazzucchelli li vale tutti. Parliamo di un disegnatore bravissimo che confeziona una graphic novel (o fumetto, fate come ve pare) assolutamente imperdibile. Un lavoro di spessore a livello di scrittura, ma soprattutto di disegno, colori e impaginazione. Un viaggio tra il fumetto, l’architettura e il design che ha per protagonista proprio Asterios Polyp, “architetto di carta” che nel giorno del suo cinquantesimo compleanno…

E’ un fumetto colto ma rimane un fumetto fruibile da chiunque. Potete leggerlo ma anche semplicemente sfogliarlo. Personaggio intrigante, il protagonista, schiacciato nella sua logica razionale, che lo rendono incapace di leggere le sfumature della propria vita. A 50 anni è il momento della resa dei conti e Asterios si troverà a ripartire da zero, dopo che lavoro, sentimenti, arte si erano via via perduti e dissolti nelle sue mani. Sceglierà casualmente per rilanciarsi una cittadina di provincia chiamata Apogee (l’Apogeo è il punto dell’orbita di un satellite alla maggiore distanza dalla Terra – sta cosa l’ho letta che mica la sapevo!) dove riuscirà a mettersi in discussione. Completamente.

Il tutto viene sostenuto da un’esperienza visiva delle tavole di un disegnatore straordinario. Tutto si fonde, si scioglie e fluido scorre attraverso una storia colta ed emozionante, che l’ha portato a vincere diversi premi tra cui quello di Lucca Comics, di cui riporto uno stralcio del messaggio di ringraziamento:

“Devo confessare che ho sentimenti in qualche modo ambivalenti riguardo a questo premio. Riconoscimenti di questo tipo sono per loro stessa natura soggettivi: non stiamo parlando di caratteristiche quantificabili come, ad esempio, “il libro più pesante” o “quello con i caratteri tipografici più piccoli”. No: i premi, nel campo degli sforzi creativi, sono questioni più delicate e complesse. In una lunga lista di libri che include tanti diversi stili e generi, come si può decidere che quest’avventura fantasy sia meglio di quel dramma storico, oppure che questo libro di satira per adulti sia meglio di quel racconto umoristico per ragazzi?
Inoltre, non posso dimenticare che nel 1990 l’industria discografica americana assegnò il Premio Grammy per la categoria “Miglior nuovo artista” ai Milli Vanilli.”

L’importanza di questo fumetto (sì fumetto fumetto fumetto) è che chiude ogni tentativo di polemica o di ghettizzazione dello strumento fumetto: Mazzucchelli attinge pienamente alla tradizione del romanzo americano e presenta un lavoro che si rifà proprio a quella cultura. L’unica differenza è che accompagna la scrittura col disegno. Cari detrattori e puzzoni vari, statece. Il fumetto può ed è letteratura.

Ps Auguri Sonia!

Posted in fumetti.

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One Response

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  1. antobiciclo says

    ammazza che rece, non avevo colto certe cose….ebbravo zeropregi…. devo di che si, mi era piaciuto, ma le tue “note” me lo fanno apprezzare ancora di piu’.