Avevo già provato a leggere Lunar Park di Bret Easton Ellis con scarsi risultati prima di cimentarmi in questa ultima settimana con il suo più famoso libro e caso letterario nei primi anni ’90, American Psycho.
Anni ’80, il protagonista è un ricco yuppie di Wall Street e le sue ossessioni: le griffe, Donald Trump, i migliori ristoranti di New York, il talk show televisivo del mattino, la cocaina, le donne e il proprio fisico. Per gli amici è il classico “ragazzo della porta accanto” magari solo un po’ stronzo ma nessuno sa che nel suo intimo si trasforma in uno spietato e sadico serial killer con la passione per il sesso e le torture. Il libro è un continuo e schizofrenico elenco di marche e multinazionali, dialoghi inutili, violenze, tutto talmente delirante e incalzante che alla fine rende il senso dell’ossessività e della follia del protagonista.
Io l’ho trovato noioso, molto furbo, anche se nel finale riesce ia regalarti una ventina di pagine davvero belle e interessanti. E’ un romanzo sull’America e il capitalismo, anzi sui mostri che il capitalismo, il consumismo, l’edonismo, il reganismo anni ’80, hanno prodotto e producono.
Sicuramente Ellis ha voluto scioccare i lettori, colpendoli dritti in faccia con tutta la violenza possibile, però resto della mia idea: a me non è piaciuto.
Letto oggi, capisco che l’effetto di A.P. sia quello della furbizia. Ma è un libro di vent’anni fa. Io l’ho letto qualche anno dopo l’uscita, quando non c’era ancora Sex & the City e Tarantino era appena nato (cinematograficamente). L’effetto ossessivo dei marchi era, appunto, ossessivo e non furbo come appare adesso. Il cinismo non era ancora il tono preferito da tutti gli “scrittori noir esordienti” (TM). Perciò me lo ricordo abbastanza scioccante, e mi piacque tantissimo. Tutti gli imitatori successivi, anche lontani tipo Houellebecq, invece mi fanno lo stesso effetto che ha fatto a te Easton Ellis.
Lunar Park invece è un’emerita stronzata (se l’hai comprato da me ti autorizzo a riportarmelo per incauto acquisto: te lo avevo detto che era una minchiata no?), talmente esplicita che mi ha reso ancora più simpatico Brett Easton Ellis che probabilmente deve rispettare i contratti sennò gli tagliano la cocaina. Il primo capitolo del libro però è un taglio, e io avrei pubblicato anche solo quello.