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Roderick Duddle

 Letto tra una partita e l’altra del mondiale di calcio (che io guardo ma criticamente perché solidale con i movimenti di lotta brasiliani, sia chiaro eh!) Roderick Duddle di Michele Mari mi ha accompagnato per diverse serate del mese di giugno. Il problema è che spesso calcio e libri non legano bene, e finisce che uno sottrae tempo e concentrazione all’altro. Così è stato anche stavolta.

Avete presente Salgari? O forse ancora meglio la letteratura picaresca? Ecco, Mari attinge a piene mari per questo romanzo e costruisce una storia molto lunga, dove tpescatori, rissosi papponi birrai, machiavelliche suore, veri ricchi e falsi ricchi, attraverseranno la vita di Roderick, puntando il tesoro: una ricca eredità.

“Così va il mondo mio bennato lettore, perché il mondo è schiavo del desiderio. Non sei d’accordo?”

Alla morte della madre prostituta, Roderick, sarà cacciato da L’Oca Rossa, una specie di bordello dell’Inghilterra dell’800, ma suo malgrado si ritroverà al centro di una caccia spasmodica, visto che a quanto pare il ragazzo è il beneficiario di una ricchissima eredità. Alla ricerca partecipano i più disperati personaggi della zona, tutti avidamente interessati al bottino, disposti a tutto. Proprio tutti…

Un romanzo d’avventura, che si rifà alla tradizione, a un Dickens o a un già citato Salgari, per un autore italiano abbastanza prolifico, a cui evidentemente piace giocare col testo e con il lettore. E tutto sommato credo che funzioni. Si empatizza con Roderick, si tifa per lui, si segue la storia che a tratti è avvincente, soprattutto nella prima metà, per poi perdersi un po’ nella seconda parte. Forse troppa carne al fuoco, troppi personaggi e un intreccio che si sbroglia con qualche affanno. Forse qualche pagina di troppo oppure incapacità mia nel misurarmi con questo genere ma fatto sta che verso la fine ero un po’ in affanno. Ma Michele Mari sa scrivere, questo è un dato di fatto. Tecnicamente ineccepibie e a tratti divertente, non possiamo rimproverargli nulla. Forse un po’ di sintesi in alcuni punti onde evitare una sorta di dispersione della trama da parte del lettore. Ma sono fisse mie.

“Pensa a tutto, vertiginoso lettore, somma le attese di tutti in ogni tempo e paese, e ti sfido a non immaginare il nostro pianeta come una palla proiettata nel nulla dalla smania di tutti e di tutto ad arrivare più in là, ancora un poco più in là, la smania di quella cosa lí, sí, quella che stai aspettando anche tu. “

Ah. Se amate il genere, se non volete il solito romanzo pippone italiano pure un po’ di sinistra depressa, bene questo romanzo fa per voi. Fantasticare ci fa bene. Anzi forse dovremme fantasticare di più per ricominciare ad aver fiducia negli altri. Se c’è riuscito Roderick possiamo riuscirci anche noi.

 

Posted in narrativa.


One Response

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  1. Ines Perta says

    Emilio Salgari?