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Lezioni di tenebra

Magari qualcun si chiede perché sto mese di ottobre così poche recensioni. Il mio istinto compulsivo alla lettura mi fa attraversare dei periodi in cui abbandono i romanzi per rimettermi in pari con una serie di insulsi fumetti che leggo per distrarmi. Sì distrarmi. Basta saggi o pipponi politici, visto che leggo la sera, voglio distrarmi, staccare la spina, etc etc etc.
Non conoscevo Enrico Pandiani e i suoi “les italiens”, e ringrazio Alieno per il consiglio. Ottima lettura questo “Lezioni di tenebra”, nonostante sia il terzo che ha per protagonista il commissario Mordenti e i suoi les italiens, un gruppo di poliziotti francesi di origine italiana.

“la cattiveria è sempre nell’aria, ti tenta, ti blandisce, fa in fretta a entrarti dentro se trova uno spiraglio”

Partenza a razzo, in cui nelle prima pagine la nuova fidanzata del commissario Mordenti viene uccisa davanti i suoi occhi per un romanzo che è una via di mezzo tra il noir e l’hard boiled, dal ritmo serrato sostenuto da un humour sferzante. Un gruppo di protagonisti un po’ sopra le righe, una trama che attraversa il mondo dell’arte e dei falsari, tra Parigi e Torino, che tirano le fila ad una trama credibile tanto quanto un buon film d’azione. L’antagonista del commissario è una donna, spietata e crudele, che usa il bondage per legare prima di uccidere le sue vittime. La trama stessa è piuttosto complessa e ricca di colpi di scena, il che non guasta, visto che il tutto è tenuto insieme da una struttura piuttosto solida. Pandiani sa scrivere e si vede. Caratterizza bene i suoi personaggi e gli ambienti dove li fa muovere ed agitare, con perizia e attenzione degne della migliore scrittura di genere.

“Ora dirò una cosa per la quale potrei venire crocifisso: non mi piacciono i romanzi di Jean-Claude Izzo, li trovo troppo melensi e piagnucolosi. Preferisco la secca violenza di Manchette o la graffiante ironia di Malet, i cui personaggi non si piangono addosso. Le storie che preferisco sono quelle non troppo lunghe, con personaggi sfaccettati, a volte fragili, che sbagliano ma sanno ironizzare con humour sui propri errori e sulle proprie debolezze. Non vado matto per il troppo tecnicismo e neppure amo i supereroi senza macchia e senzapaura, quelli che sparano con una pistola per mano e che vincono sempre…”

Eppure leggendo Pandiani non avrei mai pensato questo. C’è del disincantato romanticismo in Mordenti. Forse non c’è la poesia del Montale di Izzo eppure avevo visto delle somiglianze che l’autore stesso mi smonta. Beh che io possa non essere arguto ci sta eppure…
Eppure se posso muovere una critica è forse quella di attingere ad alcuni stereotipi, dal classico al moderno, rimodellandoli a suo piacere. Ma il tutto non stona e se nel romanzo trovate delle forzature che vi fanno un po’ sorridere, beh pensate solo che spesso film con situazioni del genere ci piacciono mentre su un romanzo siamo molto più conservatori.

“A ogni modo immagino sia diventato difficile fare qualcosa di veramente nuovo, il déjà vu è sempre dietro l’angolo.”

Pandiani è onesto e questo mi basta per averlo apprezzato. Magari recupero i precedenti due e me li leggo perché il risultato è stato molto soddisfacente. Infondo non è sempre importante fare qualcosa di “nuovo” bensì è fondamentale fare qualcosa che riesca e che soddisfi chi legge. A me ha fatto questo effetto nelle ultime notti di ottobre.

 

PS Mi ero dimenticato che ad aprile, il mio evanescente socio del blog, lo aveva già recensito quì.

Posted in noir - gialli.

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One Response

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  1. teo says

    fossi in te, toglierei il “magari” sul recuperare i due precedenti.
    non ce ne sono molti di pandiani in giro, e miracolo che ne sia spuntato uno..