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Home Boy

Home Boy di HM Naqvi l’ho letto praticamente tutto stanotte, tra l’1 e le 4. Due terzi sparati in una notte di pensieri, umidità da seminterrato, fumando ogni 70/80 pagine. L’11 settembre di tre pakistani a NYC, vite che vengono stravolte, un mondo che cambia mentre nuove guerre globali affiorano all’orizzonte.

“Eravamo diventati musi gialli, ebrei di merda, negri fottuti. Prima non lo eravamo. Ci immaginavamo bon vivants, cantastorie, uomini del Rinascimento, io, AC e Jimbo. Ci eravamo quasi tutti inventati e fatti da noi ed eravamo sicuri di avere in pugno la grande dialettica globale.”

AC e Chuck, lavoravano a Wall Street, mentre Jimbo, un ragazzone enorme dai lunghi dreadlocks è un DJ abbastanza affermato. Tre amici che passano il loro tempo in maniera molto poco islamica, tra feste, sesso, alcol e droga. Tre pakistani che se la divertono e vivono da newyorchesi, che sentono di avercela in qualche modo fatta. Eppure quando gli aerei abbattono le poco resistenti torri, quasi contemporaneamente la vita di migliaia di mussulmani d’america si sfalda, crolla, implode sotto il colpo della paranoia, della propaganda e del patriot act.

“Ok Chuck. Ecco qua. Non capisco perchè non fate altro che ubriacarvi e tutto il resto, quando invece, cioè, in teoria vi sarebbe proibito. Il padre di Jimbo non sa che suo figlio beve. E di sicuro non sa che stiamo insieme da anni. Per me è una cosa pazzesca, veramente pazzesca. Cioè voi siete in un modo qui, capito, dei duri, ragazzi da gang, e poi quando tornate a casa, diventati tutti educati e perbenino. Dovete decidere cosa volete essere…”

Storia di immigrazione, di identità confuse, di mondi e culture che cozzano fragorosamente. E il tutto Naqvi lo rappresenta con semplicità, regalando un libro veloce, ben scritto e interessante. Un romanzo che merita una lettura su una realtà raccontata poco. Sappiamo tutto e il contrario di tutto dell’11 settembre ma nulla dei veri protagonisti del dramma, ossia, chi attraverso guerre e patriol act, ne ha subito le reali e peggiori conseguenze.

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