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Proiettili d’Argento

Continuo a sostenere che non bisogna mai avere troppe aspettative quando si comincia qualcosa, anche un libro. E questa è la sensazione che mi ha lasciato la lettura di questo Proiettili d’Argento di Elmer Mendoza, acclamatissimo autore messicano, in tour in Italia in questi giorni, dopo aver spopolato al Salone del Libro di Torino.

Zurdo Mendoza, detective di una città a nord di Città del Messico, si ritrova ad indagare sulla morte di Bruno Canizales, affermato avvocato, figlio di un importante uomo politico, dalla vita sessuale da far invidia a un gigolò, freddato nel suo appartamento con un colpo alla nuca. Unici indizi: un proiettile d’argento, due scarpe spaiate, un profumo piuttosto particolare e una sfilza di ex amanti (uomini e donne) pronte a farlo fuori. Nell’elenco delle ex c’è anche la figlia di un importante narcos che controlla una parte del paese ed è in combutta con il padre di Canizales. E nel giro di breve tempo verrà invitato a chiudere le indagini senza trovare scomodi responsabili…

Il nostro detective protagonista del noir di Mendoza invece è un uomo piuttosto duro, in analisi da uno psicoterapeuta, ancora innamorato di una donna che lo ha abbandonato ma che torna a farsi viva in queste pagine, ma che nonostante tutto mantiene una brillantezza e una ironia che suscita subito simpatia nel lettore.

Sono fottuto, mormorò tra se, non ci ricasco neanche se rinasco, ho sentito dire che l’uomo è l’unico animale che inciampa due volte sulla stessa pietra e non voglio ficcarmelo in testa.

Mendoza ha uno stile piuttosto asciutto, veloce, non usa le virgolette nei dialoghi e dunque confonde chi non è abbastanza concentrato, passando dalla prima alla terza persona nel giro di un rigo. Racconta il Messico di oggi, quello dei narcotrafficanti, capaci di controllare un paese, dalla politica all’economia, passando per le forze di polizia e i militari, e nel giro di pochi anni è diventato il narratore del Messico contemporano, senza far uso di sensazionalismo o facile moralismo. In Italia questo pubblicato è il suo primo libro e la traduzione è stata affidata a Pino Cacucci. Tutto piuttosto perfetto per questo bravo autore, conosciuto da me, mentre ne parlavano con entusiasmo durante Tabula Rasa, trasmissione radiofonica a cui partecipo.

Eppure a me non ha convinto. Come dicevo avevo davvero riposto molto fiducia tanto da farmelo prestare di corsa per godermelo durante questa mia breve vacanza. Terminato questo pomeriggio mentre giacevo su una splendida spiaggia del mediterraneo ancora adesso non saprei cosa non mi quadra. Forse mi ero fatto una idea completamente differente, forse mi aspettavo un noir che mi colpisse allo stomaco più che mi facesse arrovellare nella complessità della trama.

O più semplicemente non bisogna mai avere troppe aspettative, altrimenti rischiamo di inciampare sempre sulla stessa pietra.

Posted in noir - gialli.