Fred è tornata, con un romanzo scritto nel 1994, ma noi amanti e fan della giallista francese esultiamo, nonostante non sia il miglior romanzo questo Prima di Morire Addio, ma diverte e coinvolge e comincia a dare forma a quelli che saranno i suoi futuri personaggi.
La premessa da fare è che quelli della Einaudi andrebbero presi a serciate. Hanno sistematicamente pubblicato i romanzi della Vargas in ordine sparso, nonostante la saga Adamsberg abbia una sua continuity, ma soprattutto spesso storpia i titoli dei libri: Prima di Morire Addio suona male e dovrebbe essere una specie di traduzione litteram di “Morituri te Salutant”, ma il risultato è penoso anche per me che conosco gli studi classici tanto quanto il golf.
Però poi le 200 pagine scarse di una Vargas ancora acerba ottengono il risultato sperato: una trama che tutto sommato regge, sorprende, diverte e intrattiene, come ci ha abituati da alcuni anni a questa parte. E’ ambientato a Roma, la mia Roma di 17 anni fa, quella in cui ancora si poteva camminare in centro e trovarlo deserto, privilegio rimasto solo a chi rimane a metà agosto in città. C’è un rozzo commissario italiano che si scontra e confronta con Valence, tormentato e tenebroso emissario francese che ha ricevuto l’incarico di scoprire l’assassino di Henri Valhubert, editore ed esperto d’arte, che si era appena precipitato a Roma per indagare sulla dubbia provenienza di un disegno di Michelangelo apparso sul mercato francese. I sospettati o presunti tali sono il figlio Claude che vive e studia da due anni a Roma insieme agli inseparabili Tiberio e Nerone, l’affascinante e conturbante moglie Laura, assistita dal suo vecchio amico il vescovo Lorenzo VItelli.
E’ la Roma vaticana quella su cui punta l’obiettivo l’autrice, città in fondo simile per fascino e storia alla sua Parigi, dove prendono forma alcuni dei personaggi che l’hanno resa famosa. Valence forse non è neanche lontanamente simile al commissario Adamsberg, ma mantiene lo stesso distaccato coinvolgimento dalle sue indagini, mentre Claude, Nerone e Tiberio (non a caso tutti con nomi di imperatori romani) hanno diversi tratti che ti fanno subito pensare agli stupendi tre storici di alcuni dei romanzi successivi. Laura, invece, probabilmente è il suo primo personaggio femminile così forte e affascinante, visto che la Vargas ha sempre avuto protagonisti sempre piuttosto maschi.
Non me ne vorrà la mia amica Alice, rimasta delusa da questo romanzo. Come ho letto sulla recensione del sole 24 ore “la Vargas va degustata, ma forse senza indagare troppo sui motivi per cui piace così tanto“. E’ così, a noi che ci piace Fred troveremmo gusto anche leggendo una sua cartolina o la sua lista della spesa.