Skip to content


La Pattuglia dell’Alba

Finito di leggere La Pattuglia dell’Alba non saprei ancora dire se e quanto mi è piaciuto questo romanzo di Don Winslow, lettura fortissimamente voluta tanto da andare a farmi prestare il libro da un’amica, visto il costo di quasi 20€.

Era un po’ che ronzavo intorno a questo autore ed era arrivato il momento. Lo spunto che recitava la quarta di copertina è la premessa perfetta per farsi incuriosire da un romanzo: un gruppo di surfisti che si fa chiamare la Pattuglia dell’Alba, 4 uomini e 1 donna, che tutte le mattine si incontrano alle prima ore del mattino per surfare insieme. Tra di loro c’e’ Boone, ex poliziotto e investigatore privato, a cui danno un lavoro apparentemente semplice, quello di rintracciare una testimone di un caso di truffa ad una assicurazione. Il tutto mentre su Pacific Beach si sta abbattendo la più grande mareggiata degli ultimi dieci anni, la Resa dei Conti.

Un po’ Mercoledì da Leoni, un po’ Point Break, le 350 pagine scorrono come un’onda lenta, descrivendo un intreccio non troppo originale, che via via si complica, disorienta e sorprende, tra pillole di storia del surf e di quell’angolo di America, che va da Los Angeles fino a San Diego. I personaggi hanno tutti delle peculiarità piuttosto affascinanti, eppure… Eppure mi ha lasciato perplesso lo sviluppo della trama e degli stessi. Winslow gioca con loro, che appaiono e scompaiono dal nucleo del libro senza apparente motivo, come se non volesse sfruttarli fino in fondo. La trama dunque rimane frammentata mentre l’intreccio in cui si barcamena Boone Daniels si fa sempre più fitto. Non un libro noioso, ma spuntato sì. Rimane il fascino delle onde, del sale sui corpi bruciati dal sole, di chi come il protagonista vive in funzione del mare e lavora il minimo indispensabile per poter sopravvivere.

Dire che abbia imparato a surfare prima che a camminare è senza dubbio un’esagerazione, ma di sicuro l’ha fatto prima di saper correre. Boone è la quintessenza del surfista: concepito sulla spiaggia, nato a mezzo miglio di distanza e cresciuto a tre isolati da dove l’onda si frange con l’alta marea.

Dunque un noir forse troppo sopravvalutato, il fascino mistico del surf si perde in alcuni stereotipi, così come lo sviluppo stesso, da classico noir americano. Eppure non sconsiglierei di leggerlo. Forse ero io ad avere troppe aspettative.

Ps

Per il mio compleanno ho ricevuto un ottimo quantitativo di libri, soprattutto fumetti, che divorero’ nei prossimi giorni. Le mie amiche/amici hanno davvero scelto bene bene! (Anche se poi dovrei indagare sul fatto che mi regalano sempre libri e vini!)

Posted in noir - gialli.

Tagged with .