Non avevo mai letto un romanzo western e quando ho acquistato un libro di cui mi avevano parlato bene e di cui conosco l’autore, mi sono ritrovato un libro che sulla prima di copertina recitava “il sogno western, strappato al cinema e restituito alla letteratura”.
Cavalli Selvaggi di Cormac McCarthy è davvero un sogno, anzi il sogno del protagonista John Grady Cole, sedicenne texano che tenta di raggiungere la frontiera e il Massico insieme al cugino e amico Rawlins. Ambientato nel 1949, il desiderio di diventare cowboy. Ambientato nel 1949, tutto comincia con la morte del Nonno di John e la conseguente decisione di vendere il ranch dove il ragazzo era nato e cresciuto. Reciso ogni legame con il proprio passato da qui nasce la decisione di prendere la strada per il Messico dove i ragazzi possono tornare ad essere dei veri cowboys. L’incontro con un ragazzo più piccolo di loro, Jimmy Blevins (il miglior personaggio in assoluto) cambierà radicalmente il viaggio e darà il via a una serie di vicende, anche dolorose, per i protagonisti. La donna di cui innamorarsi, fughe, cavalli selvatici da sellare, prigioni e sceriffi corrotti daranno colore e tensione a una storia ben scritta e narrata. Adolescenti che fanno gli adulti, per un western che sfiora il romanzo di formazione, che si ritroveranno in un gioco più grande di loro, che fronteggieranno con rabbia e dignità. Cavalli Selvaggi ha tutti gli ingredienti del classico western, più Peckinpah che Sergio Leone, ed è il primo capitolo della Trilogia della Frontiera, opera di uno straordinario autore americano, che come il mio adorato Lansdale, attraverso la penna disegna un Texas duro ma più umano di quanto non sia realmente.
E proprio con Lansdale chiudo questa mia recensione. Ancora Texas, ancora Hap & Leonard nella loro ultima avventura recensita mesi fa dal mio odiato socio qui. Recensione che però non condivido in quanto il libro me lo sono divorato in poco tempo e mi ha parecchio divertito e tenuto in tensione. Proiettili e battute a ripetizione, per una storia quella di Sotto un cielo cremisi, diversa dal solito, in quanto più comica e dissacrante. Hap & Leonard si prendono in giro ripetutamente ma cominciano a mostrare cenni di cedimento: sarà la vecchiaia che avanza?!
“Naaa” fece Leonard ” siamo solo due tipi che cercano di fare gli eroi,
e il guaio è che siamo solo due tipi, non due eroi. Anche se io, è
chiaro, sono estremamente attraente e ce l’ho grosso come quello di un
elefante e ho un pigiamino mica male e una pelle liscia e nera”.