Skip to content


Il Sentiero dei Nidi di Ragno

Mi trovo a scrivere questa recensione in una situazione particolare, in una casa non mia, in un salotto a me molto poco conosciuto. Se la lettura per me è una fuga dalla realtà altrettanto lo è questa recensione. Avevo voglia di letture “Resistenti” in questi giorni tant’è che l’altro ieri quando sono andato per la mia consueta spesa (compulsiva) mensile ho preso Oltretorrente di Cacucci e Il Sentiero dei Nidi di Ragno di Italo Calvino; ed è proprio quest’ultimo che in un paio di particolari e difficili notti mi sono divorato.


E’ il primo romanzo di Italo Calvino, a cui periodicamente dedico del tempo. E’ una storia di partigiani e Resistenza. Una storia da ultimi banditi vista attraverso gli occhi di un bambino, tanto solo quanto sveglio e reattivo. Si chiama Pin e si muove tra i carruggi di un paese della riviera ligure che somiglia spaventosamente a Genova. E’ la storia di un bambino troppo grande per stare con i suoi coetanei e troppo piccolo per vivere tra i grandi. Un bambino che si troverà a fare un gioco più grande di lui, a giocare a fare i gap parola a lui affascinante quanto sconosciuta, attraversando carceri, valli e boschi, inseguendo uomini e donne che vivono braccati dai tedeschi, pronti ad offendere e arretrare. Attraverso gli occhi di Pin, Calvino ci racconterà la guerra attraverso gli occhi di un bambino, ci racconterà la guerra da lui vissuta usando Pin come tramite delle sue esperienze, ci racconterà la voglia di libertà e di Resistenza che pulsava in centinaia di uomini e donne, combattenti o semplici solidali.

Forse non farò cose importanti, ma la storia è fatta di piccoli gesti anonimi, forse domani morirò, magari prima di quel tedesco, ma tutte le cose che farò prima di morire e la mia morte stessa saranno pezzetti di storia, e tutti i pensieri che sto facendo adesso influiscono sulla mia storia di domani, sulla storia di domani del genere umano.

Pin non ama i bambini. Pin non ama gli adulti perchè non si fida nonostante cerchi costantemente la loro attenzione. Non ha amici, ha solo un luogo segreto “dove i ragni fanno il nido” in cui nasconderà una pistola P38 rubata ad un soldato tedesco. Un luogo conosciuto soltanto da lui, dove porterà un giorno un amico fidato.

E continuarono a camminare, l’omone e il bambino, nella notte, in mezzo alle lucciole, tenendosi per mano.

Da segnalare la bellissima prefazione scritta da Calvino. E’ il suo primo romanzo e magari si vede. Ma è anche il primo vero tentativo di raccontare la Resistenza e la IIa guerra mondiale. Per me poi l’ambientazione “genovese” è un altro motivo di gradimento visto che amo quella città nonostante il G8 del 2001.

Posted in Generale.