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La Persecuzione del Rigorista

Non so da dove è saltato fuori questo libro uscito questa primavera per l’Arcipelago Einaudi, non so come è finito in camera mia, ma tant’è che sistemando i libri ho deciso che lo dovevo leggere, nonostante siano solo 110 pagine.

Perchè penso che i libri troppo corti siano crudeli: quando ti sei appassionato e immedesimato sei già alla fine. Quando avevi iniziato a crederci e a prenderci gusto, come in una relazione di coppia, ecco che sfilano veloci le ultime pagine. Provi a trattenerle, ad aggrapparti, torni indietro di qualche pagina pieno di rimpianti e di abitudine ma poi va come al solito, finisce.

Mi ha sopreso questo primo romanzo del pisano Luca Ricci, impeccabile: un giovane prete “rampante” si trova obbligato a trasferirsi a Chiavalle, piccolo paesino di montagna dove non succede mai nulla.

Dovrà assistere il parroco anziano del paese, fare assistenza a un ragazzo ritardato, ascoltare nel confessionale i segreti dei parrocchiani.

Una vita placida, dove l’unica passione per il giovane sacerdote è la locale squadra di calcio: un interesse superficiale si trasforma in una vera e propria mania, legata alle prestazioni del centroavanti, uno sgraziato contadino che non ha mai sbagliato un calcio di rigore nella sua vita.

In un’atmosfera tesa resa a perfezione dallo scrittore con un linguaggio veloce e tagliente, dove un male oscuro si annida nella comunità, dove la curiosità per un bomber infallibile dal dischetto si trasforma in persecuzione, tanto che il giovane prete cerca di fare di tutto per far sbagliare un penalty al campione locale, arrivando a provare a ingannarlo e umiliarlo.

Sullo sfondo, fra montagne silenziose, un chierichetto viene trovato morto sul fondo di un burrone.

Un romanzo rapido e duro, senza compromessi, con un protagonista che si rivela strada facendo sempre più negativo e ipocrita e una denuncia della cattiveria annidata dentro di noi diretta come un pugno nello stomaco.

Posted in noir - gialli, sport.