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Saggio sulla Lucidità

Visto che le mie vacanze sono l’antitesi del “sex, drugs and rock’n’roll” (la seconda pero’ è opinabile); la lettura rimane il mio strumento per rilassarmi e riposarmi.
Consigliatomi da un amico “maldestro” mi sono tuffato su un romanzo politico, il Saggio sulla Lucidità di Jose Saramago, autore molto famoso (un nobel all’attivo) ma di cui non avevo mai letto nulla.

Già la quarta di copertina mi aveva catturato: in una città senza nome, nella capitale senza nome, la cittadinanza decide di votare scheda bianca, mettendo in crisi un governo praticamente delegittimato.

Questo è solo l’inizio di una serie di eventi che vanno a raccontare la reazione di una “democrazia moderna” (potrebbe essere la nostra come qualunque altra) che si ritrova a denunciare questo atto sovversivo, nonostante sia diritto di ognuno votare o non votare per nessuno.
Potrebbe essere tutto paradossale ma neanche troppo. La più grande ditta di “democrazia a domicilio”, gli USA, si reggono attraverso un sistema elettorale a cui partecipano un terzo degli aventi diritto.

Nello stato di Saramago assistiamo ai tentativi di destabilizzazione e repressione di un governo democratico completamente spiazzato e agonizzante, incredibilmente simili alla storia del nostro paese da Piazza Fontana in poi. Assistiamo alla reazione della cittadinanza che si muove in maniera assolutamente silenziosa, dignitosa e compatta, senza capi, leader o portavoce, come se fosse una unica rivoltosa moltitudine.
Un incrocio tra disobbedienza civile e l’anarchia nel suo massimo splendore.

Alcuni personaggi, anch’essi senza nome proprio, si muovono in questo labirinto, in cui al posto del caos regna la calma, dove tra agenti segreti, ministri degli interni feroci (Scelba e Cossiga docet) e alcuni protagonisti del precedente romanzo, Cecità, provano a trovare una motivazione o i colpevoli di quel che accade oppure semplicemente provano a resistere ad una “democrazia moderna” malata e astiosa.
Da mettere in risalto anche la scrittura di questo romanzo, in cui la punteggiature assume una rilevanza particolare, visto che i dialoghi sono separati da virgole, non esistono virgolette e due punti, ma il risultato è assolutamente ottimo visto che la narrazione non perde un minimo di fludità .

Chiudo portandomi alle labbra l’ennesimo mirto, rigorosamente bianco, e lo dedico a Jose e alla sua idea:
Cosa succederebbe se a chi si alimenta di consenso e delega, gli venissero improvvisamente tolti?

Posted in Generale.

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3 Responses

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  1. bimodiro says

    regalatomi tempo fa da un’amica, con mio pregiudizievole imbarazzo nato dal titolo, l’ho poi preso in mano mesi dopo e ne sono rimasto folgorato…IMHO cecità (che ho letto dopo) non raggiunge gli stessi picchi…

  2. Alice says

    ..ti spacci per blogger opinionista e non hai ancora letto Cecità?
    tsk, rimandato a settembre.

  3. tro says

    volevo prenderlo oggi saramago, ma cercavo Cecità, che mi è stato consigliato vivamente. Pare sia il meglio di lui.
    Ma in libreria non c’era. Ho optato per Guccini “Icaro” 🙁