Comprato appena uscito in libreria, Il Guardiano del Buio, l’ultimo libro di George Pelecanos, uno dei miei preferiti, arriva poche settimane dopo aver finito di vedere tutte la serie tv The Wire (una delle migliori in assoluto) di cui l’autore è stato anche produttore e sceneggiatore e ancora una volta non sono rimasto deluso.
Letto in una settimana, nonostante la notte crollassi sul libro causa stanchezza, l’ultimo thriller di Pelecanos ha delle caratteristiche atipiche. Come sempre è a Washington D.C. che è ambientata la storia, più precisamente i quartieri più malfamati, dove Lorenzo Brown, appena uscito di prigione dopo 8 anni, si ritrova a lavorare per la Lega Protezione Animali e l’aver deciso di dare un taglio netto col suo passato tra gang e spaccio. Nelle stesse strade si muove anche Rachel Lopez, agente di sorveglianza che alterna il suo lavoro di “controllo” con ubriacature e rapporti occasionali notturni. Entrambi faticano a restare a galla ma un evento e una nuova guerra territoriale tra gangs rimetterà tutto in discussione e vedrà Lorenzo vacillare quando dovrà decidere se gettarsi nella mischia o no, con i suoi ex amici e nelle stesse strade che lo hanno visto “protagonista” anni prima.
Ma i libri di Pelecanos non sono semplici thriller, anzi. Si ha la sensazione che l’autore usi il thriller per raccontarci le strade di Washington “Drama City” (come viene chiamata da Lorenzo e titolo originale del libro) a metà tra l’inchiesta giornalistica e il plot di un film d’azione. Narra di storie di strada e racconta le stesse con una precisione e una cura atipica anche per un giornalista; non esprime giudizi, non caratterizza i personaggi cercando di dividerli in buoni e cattivi, tutto si mischia, tutto si confonde, nessuno è innocente come nessuno è colpevole. Sembra quasi comprendere le scelte di Lorenzo quanto quelle del suo amico Nigel che invece la strada non l’ha abbandonata anzi è uno dei boss del quartiere, elegante e premuroso con la proprio madre, rispettoso della scelta del suo amico di mollare e provare a ricostruirsi una vita pulita.
“La città del dramma sarebbe più adatto” disse Lorenzo, “Come quelle due facce che stanno appese sul palco dei teatri. La faccia che ride e quella triste. E ora” proseguì Nigel “tu sei dalla parte giusta. La parte in cui le persone si alzano e vanno a lavorare. Lavano le proprie auto per strada, curano i propri giardini”.
Se non avete mai letto nulla di Pelecanos (altra recensione nel blog) ve lo consiglio vivamente, magari insieme alla visione delle 5 stagioni di The Wire, e state pur certi che difficilmente rimarrete delusi.