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Cowboys & Indians

Comprato in un’alcolica serata di metà dicembre sotto consiglio di un “giovane maldestro” e a soli 3 euri, mi sono imbarcato in questo romanzo di Joseph O’Connor, fratello di “Nothing compares to you” Sinead, letto a cavallo fra la fine e l’inizio dell’anno, Cowboys & Indians è la storia di Eddie, primo punk dublinese e “cazzaro” di professione, che decide di trasferirsi nella vicina Londra per tentare la fotuna su la via del rock.

Proveniente dalla middle class dublinese, punk e apolitico, ingenuo e pieno di sé, questo è Eddie in una Londra che fagocita tutto, che illude e premia solo i più fortunati, che regala qualche chiance a chi si sbatte ma che soprattutto è territorio ostile per tutta la comunità londinese/irlandese che non si sente a casa propria ma bensì a casa del nemico. In questo O’Connor è assai bravo, nell’ironico racconto di una Londra ben diversa da come il protagonista se l’immaginava.

Un romanzo gradevole, a tratti divertente ma anche duro soprattutto con Eddie e il suo sogno rock, fatto di cantine, localacci fumosi dove esibirsi e quella terribile sensazione di salire sempre sul treno sbagliato. La Londra di Brixton e di Peckham, quella dei rave e dei concerti punk anche se ormai l’era punk era morta una decina d’anni prima visto che la storia si svolge a fine anni 80. Ma se Eddie fallirà non sarà colpa della sfortuna ma del suo ego e della sua mancanza di onestà con tutto e tutti. Come se non avesse la forza di accettare la sua realtà, andando a proiettare “nuove realtà” anche quando non ce n’era un bisogno ma solo per non riconoscere cio’ di cui era fatta la sua vita, né peggiore né migliore della altre, semplicemente diversa da come avrebbe voluto. Meno intensi gli altri personaggi, indecifrabile Marion, la ragazza con cui Eddie conviverà appena arrivato a Londra, di cui infondo era innamorato ma non tanto da poter essere sincero almeno con lei. Meglio Frank, suo padre, come migliori sono le pagine ambientate in una verde Irlanda di campagna come nella Dublino di Eddie e soci.

Un romanzo che è scivolato così, durante poche noiose notti e qualche uggioso pomeriggio, che non mi ha né entusiasmato né deluso, buona la scrittura dell’O’Connor meno famoso ma sicuramente più bravo della sorella in ciò che fa.

“Sai perchè non esistono Mods a Belfast? Prova ad andare in giro tu con un mirino dietro la schiena”

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