Torno su Genna dopo poco tempo e affronto il terzo di quattro libri noir o spy story (fate voi, per me non fa differenza) con protagonista il suo feticcio l’ex Ispettore Guido Lopez ora passato alla Agenzia Europea, una specie di servizio di intelligence nato per la neonata Europa Unita. La storia riprende poco dopo Nel nome di Ishmael e ne ritroviamo gran parte dei protagonisti, il poliziotto tedesco Wunzam e David Montorsi, ora a capo dell’agenzia e dunque dei due neo arruolati.
Non toccare la pelle del drago è un libro che si legge in un paio di giorni se si avesse del tempo da dedicare solo all’ozio e ai piacieri della vita invece di consumarne gran parte andando a procacciarsi un reddito sul proprio luogo di lavoro. Io infatti ho faticato ultimamente a ritagliarmi spazi, weekend compresi, e la mia lettura è stata frammentaria e sporadica nonostante il libro di Genna avesse un ritmo incalzante e frenetico, nello sviluppare una trama complicata che si scioglie soltanto nelle ultime pagine.
Una storia che vede in prima linea Lopez, Montorsi e Wunzam che cercano di dare un senso e di scoprire una fitta rete di criminali che commerciano in “carne fresca”, miliardi di euro, società e conti segreti, banche elitarie, tra Milano, Montecarlo, Bruxelles e Pechino. La nuova Europa sta nascendo (il libro è del 2002) e i servizi segreti europei e americani, si ridefiniscono e ristabiliscono gli equilibri visto che ora anche i cinesi spostano i loro interessi nel vecchio continente.
Parallelamente a loro, si muove verso lo stesso obiettivo, l’ex agente Cia di stanza a Pechino, James Cameron, mosso da istinti diversi da quelli dell’indagine poliziesca e che andrà ad impattare contro gli stessi su cui Lopez sta indagando, aiutato da alcuni ex colleghi milanesi e da un nuovo protagonista.
E’ bravo Genna a tenere alta la tensione e a non perdere mai il filo della storia per renderla il più credibile possibile, inserendo come nel precedente, personaggi reali (qui la famiglia Agnelli) ma forse dei tre è il più debole. Certo, dipende anche da come si leggono i libri e da quanto tempo si ha per farsi appassionare ed entrarci completamente dentro, dunque il mio giudizio va rivisto anche alla luce di questo. Mettiamoci pure che non amo in particolare il genere “spione” e che odio a pelle i servizi segreti, come trovo assurda la definizione “intelligence” come se io andassi in giro e mi autodefinissi “beautiful”.
Ora non rimane che affrontare Grande Madre Rossa, il quarto libro, magari tra un po’ di tempo così da chiudere momentaneamente con questo autore che a me piace assai, visto che i successivi libri pubblicati non isprirano in me particolare attrazione.
come già dettoti (!!!) a voce grande madre rossa è assai inferire rispetto a ” NEL NOME..” ….
GMR è arido di parole…semplice e confuso nella storia…noioso in tutto il resto
io te lo presterei pure ma già lo so che non ti piace…