Accanto al fumetto autoriale, in questi anni, si è affermato il graphic-journalism per merito di autori come Joe Sacco o Guy Delisle. Poi ti accorgi che in libreria esce un fumetto davvero prezioso come Armi di persuasione di massa (abbiamo i media che ci meritiamo) di Brooke Gladstone e Josh Neufeld, un saggio sul giornalismo e sui media.
Uso il termine prezioso perché è davvero raro leggere un saggio su un tema così complicato, capace di fare anche un sunto storiografico e una analisi così onesta dello stato dell’informazione. Brooke Gladstone, è una giornalista ma si fa aiutare in questo lavoro da Josh Neufeld, bravo disegnatore, per comporre il tutto con semplicità ma soprattutto chiarezza.
Quando la Gladstone provocatoriamente afferma che “I mezzi di informazione non cercano di controllare le persone, cercano piuttosto di arruffianarsele” azzecca perfettamente la questione. Bando alle dietrologie e ai complottismi e affermando che “abbiamo i media che ci meritiamo” vengono messe al centro dell’attenzione due questioni:
dovremmo cominciare a comprendere che sempre più spesso, oltre agli interessi di bottega, c’è il trattare le notizie come merce. La tecnologia, il web, attraverso il click hanno reso ancora più evidente questo fatto (da leggere Il web e l’arte della manutenzione della notizia). Allo stesso tempo è evidente che siamo noi che scegliamo di cibarci di quei prodotti. Siamo noi che non li respingiamo al mittente. Siamo noi gli spettatori dei vari Ballarò o Santoro, che si occupano da settimane, da anni, sempre delle stesse cose e con la stessa superficialità. Siamo noi che ci cibiamo del caso Ruby e non chiediamo altro. Non domandiamo altro, non pretendiamo altro. Siamo sempre noi che acquistiamo quotidiani che nelle prime 12 pagine si occupano di politica interna, trattata come gossip, con notizie fotocopiate e ripetute per giorni o settimane, dove non si parla mai di lavoro, mentre tutto intorno a noi brucia o si rivolta.
E’ qui che la Gladstone spazza via ogni retorica riguardo media e informazione. E’ vero che abbiamo i media che ci meritiamo. E’ anche vero che ci piace essere persuasi dagli stessi, infondo lo accettiamo quotidianamente. Lo fa, viaggiando nel tempo, dai primi quotidiani fino ai blog, riuscendo anche a far sorridere, divertire e informare. Oltre a far riflettere sullo stato comatoso dei nostri media.
Non aggiungo altro perché questo fumetto merita di essere letto tutto fino in fondo. Merita i soldi spesi (anche se a me l’hanno regalato) e merita una riflessione e una discussione. Gli spunti sono davvero tanti magari potete anche non trovarvi d’accordo ma è tutto meritevole di attenzione. Perché se è vero che sono finiti i tempi di Indymedia e del “non odiare i media, essilo”, ne sentiamo ancora il bisogno.
PS Leggetevi anche l’intervista fatta da Tiziana Lo Porto alla Gladstone. Qui. Daje.