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Invictus – Costantino, l’imperatore guerriero

 Il blog ha ritrovato il mio socio con le ultime due recensioni. Allo stesso tempo il blog ritrova Simone Sarasso, recensitissimo, e la sua ultima fatica, un romanzone di history-fictiondal titolo Invictus – Costantino, l’imperatore guerriero. Ha coraggio l’autore, molto. Non è facile passare dalla storia italiana del dopo-guerra, tra bombe e stragi e passare alla storia antica, senza rinunciare al suo stile di scrittura.

INVICTUS è la storia di un ragazzino, figlio di genitori separati (Costanzo, il padre di Costantino, non sposò mai Elena, anche se non si rassegnò all’idea di crescere il proprio primogenito come un bastardo) che, per voler del padre (all’epoca uno dei Tetrarchi), viene spedito alla corte del Padrone del Mondo (Diocleziano, il Massimo Tetrarca appunto) a imparare un mestiere per cui non crede di essere assolutamente tagliato (l’Imperatore). Quel ragazzino diventerà uomo, s’innamorerà, imparerà a combattere e si guadagnerà il favore di un alleato imbattibile (L’Unico Dio, il Redentore, Gesù Cristo, insomma avete capito).

In una intervista Sarasso sintetizza così il proprio romanzo. Eppure c’è molto altro. C’è quasi un secolo di storia romana con tutta la sua complessità e la figura di uno degli uomini più potenti tra gli imperatori romani, capace di fondere sotto il suo dominio tutto l’impero, fino ad abbandonare le divinità pagane e abbracciare il culto del Cristo. il tutto usando un linguaggio e “gli strumenti narrativi di oggi per raccontare una storia di ieri” come afferma nella prima di copertina Giancarlo De Cataldo.
Un racconto che affonda nelle radici della cultura romana, un’amara riflessione su “L’idea che il potere assoluto corrompa assolutamente è applicabile a qualunque periodo storico e latitudine. Costantino, il bastardo destinato a dominare il mondo sotto le insegne dell’Aquila e della Croce, è un fulgido esempio di tale spregiudicata corruzione.”

Il tentativo dell’autore riesce. 600 pagine dense, che regalano una storia che funziona, soprattutto nella prima metà, fatta d’azione, battaglie, sangue, polvere, sesso. Gli ingredienti per un action-movie all’americana ci sono ma quel che viene fuori va oltre. Infondo questo può anche essere letto come una biografia romanzata tanto quanto un romanzo di formazione. I personaggi hanno tutti una profondità e una ottima caratterizzazione. Empaticamente ci si ritrova a sostenere Costantino oppure Diocleziano. A sentirsi parte delle battaglie e a seguire la storia con curiosità.

“Nel romanzo c’è pochissimo spazio per la fantasia (mi sono preso piccole libertà solo durante la narrazione delle visioni) e un immenso rispetto delle fonti. Laddove per fonti non intendo semplicemente le agiografie del personaggio come la Vita di Costantino di Eusebio di Cesarea, ma pure la voce dei detrattori dell’Imperatore Santo.”

Certo fa strano il lavoro sul linguaggio fatto da Sarasso. Fa strano sentire i romani dire “cazzo” o “fottiti”. Bisogna abituarsi ad alcune trovate che però tutto sommato funzionano. Magari alcune parti nella seconda metà del romanzo le ho trovate un po’ faticose da leggere. Del resto un romanzo del genere è pieno di insidie e il lavoro alla fine delle 600 pagine funziona e bene. Ma quello che rimane importante è che la storia è credibile. Infondo non ricordo di aver mai letto o quantomeno non ricordo l’ultima volta che ho letto un libro che parlasse della storia romana, esclusi i testi classici. E probabile che sia proprio questa la chiave: la storia romana come non l’avete mai letta.

Dimenticavo due cose importanti: il prezzo (8.90) che è a dir poco stupefacente, visti i tempi. E una enorme nota negativa: la copertina. Orribile. Ok, io ho un problema verso questo tipo di copertine, non riuscirò mai ad accettarle.

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