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Saltare il muro

Ci sono fumetti che prendi per caso e non ti aspetti. Saltare il muro di Maximilien Le Roy è uno di quelli, e non solo perché è uno spaccato sulla Palestina. Un autore francese che durante un corso di disegno nei Territori Occupati incontra Mahmoud Abu Srour, giovane palestinese e prigioniero. Da qui nasce il fumetto.

“T-e-r-r-o-r-i-s-t-a”. Se mi tagliassi le vene, potrei scommettere che in esse, vedremo quelle dieci lettere intrise di sangue che mi si accusa di spargere per il solo fatto  di essere palestinese.

Le Roy usa la storia e da parola a Mahmoud per una lunga riflessione sul muro, sul confitto israelo-palestinese, sulla condizione di “detenuti a cielo aperto”. Prova a districare la complessità di quel conflitto, con dignità e intelligenza, soppesando ragionamenti e sfumature politiche. Ho avuto la “fortuna” di attraversare quelle terre e di vedere e toccare l’abominevole muro. Ho percepito la sensazione di segregazione, di reclusione, che quella lastra di 700km di cemento comporta.

“Constatare che ci sono delle vittime è un fatto. Compiacersi nel vittimismo è un errore. Non voglio far pena a nessuno. Piangere impedisce di alzarsi e gemere impedisce di battersi. Guardiamoci dal sacralizzare le vittime in quanto tali. Ci si deve ricordare che l’oppresso di ieri può diventare  l’oppressore di domani e viceversa. Non voglio la carità perché non è proporzionale. La giustizia invece è un linguaggio comune”.

Mahmoud non fa sconti a nessuno. Neanche alla deriva islamista che la laica Palestina sta prendendo. Non crede nella violenza come risoluzione del conflitto ma è pronto a battersi. A lanciare pietre contro gli occupanti. A farsi sparare ad una gamba e a farsi del carcere. E’ la condizione di ogni palestinese, giovane o vecchio che sia. Eternamente in lotta per difendere ogni centimetro della propria terra o per conservare quella dignità che fa anche rima con umanità.

E Le Roy usa delle tavole ben costruite, intervallate da disegni colorati su carta ruvida. Lo fa rendendo la storia di Mahmoud ancora più viva ed emozionante. Non è Joe Sacco, finora l’unico a narrare attraverso il fumetto questo conflitto. E’ altro. E il discorso non è se essere filo-palestinesi o filo-israeliani. E’ semplicemente mettersi nei panni di un giovane palestinese che vive a ridosso del muro.

Tanto per non farsi mancare nulla, questo bel fumetto (complimentoni alla 001 Edizioni!) in appendice trovate l’album fotografico del protagonista Mahmoud, un reportage fotografico sulla Cisgiordania e una intervista a Alain Gresh, l’esperto mediorientale per Le Monde.

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