Visto che sono un ansioso di natura, pure un po’ paranoico, perché non prendere sto libretto che parla di ansia scritto dall’amatissima Fred Vargas? Critica dell’ansia pura, trovato scontato qualche giorno prima di partire, mi incuriosiva. Ma, e se lo dice un fan sfegatato, è davvero un flop.
Sarà che non ho manco più il piglio per leggere sti saggetti. Sarà che magari non è proprio una lettura da spiaggia. Sarà pure che ho deciso di leggere cose piuttosto diverse. Bisogna essere onesti, la Vargas qua delude. Ovvio che il tutto non modificherà la mia adulazione nei suoi confronti. No no è e rimane la mejo giallista in circolazione.
Detto questo, sto libretto in cui la Vargas gioca con i lettore, lo prende in giro, dispensa consigli su come affrontare i propri problemi, quelli che generano ansie, su responsabilità e infelicità, il tutto in maniera ironica, confusa, sconclusionata, almeno apperentemente, rimane tutto molto confuso. Certo Fred dimostra ancora una volta di saper scrivere ma soprattutto di divertirsi. Svela alcuni particolari della propria vita privata, dimostra comunque spessore intellettuale, di essere intelligente, arguta e simpatica, ma il frullato che ne esce fuori è semplicemente deludente. Molto. Le mie ansie non sono minimamente diminuite, nonostante sia ancora in vacanza, anzi ormai sono parte integrante del mio essere.
Ora rimane la scelta più difficile. Ho un tomo di Ellroy che mi aspetta oppure buttarmi su qualcos’altro. Pensavo Pynchon, Thomas Pynchon, visto che mi frulla per la testa da parecchio tempo. Boh vediamo. Ho ancora tempo per decidere. Dalla città mi dividono ancora alcune giornate di mare. Poi si ritorna nella canea metropolitana.