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Il Divoratore

Valerio Evangelisti nella prefazione invita a “non divorare il Divoratore bensì a centellinarlo, per scoprire sapori forti e aromi nascosti” ma la fa facile lui. Iniziato domenica notte, mi sono dovuto fermare un centinaio di pagine prima della fine e tenermi il finale per la sera successiva. Il Divoratore di Lorenza Ghinelli, romanzo esordiente di una promettente scrittrice, si legge tutto d’un fiato.

Un thriller a tinte horror, un po’ Hitchcock e un po’ Stephen King, con protagonisti un gruppo di bambini “perché i bambini non sanno di sognare”. Un misterioso Uomo dei Sogni, creatura onirica e malvagia, che “divora” i bambini nutrendosi dei loro incubi peggiori. Protagonisti due bambini, a distanza di dieci anni, Danny e Pietro, creatura speciale e vittima di violenze familiari e di bullismo a scuola e Pietro, autistico e splendido disegnatore, vittima preferita degli altri ragazzini del quartiere. Al centro c’è Alice, chiaro riferimento a quella di Carroll, educatrice di Pietro e dal passato sepolto.

E la storia scorre, bene e fluida, grazie ad una scrittura chiara e densa della Ghinelli e alle atmosfere che riesce a creare. Flashbacks, nodi irrisolti, desideri repressi e ricordi che vengono a galla, nonostante l’autrice stessa annunci quasi sempre quello che sta per accadere. Un romanzo forse non riuscito fino in fondo, non tutti i personaggi sono sviluppati completamente, ma che tiene e vale. Mi ha accompagnato in un paio per un paio di notti, tenendomi sotto le coperte al caldo, accucciato in attesa che si materializzasse anche da me sto boia dell’Uomo dei Sogni.

Forse non meritava la fascetta de “il caso letterario dell’anno” (quale anno? 2010? 2011?) perché crea delle aspettative nei lettori. Ok è marketing e forse pagherà (dopo 2 settimane il libro e tra i 10 più venduti e parecchi diritti venduti all’estero) ma non retrocedo di un attimo dal mio pensiero. Una copertina di genere, da best-seller, che però a me non piace come non piacciono le copertine di genere. Direi che la trovo piuttosto bruttina. Ha un gran merito, quello di costare 9.90 e che sicuramente lo renderà più fruibile.

Rimane il romanzo, un buon romanzo come già ampiamente detto, una buona favola dark, di un’autrice che avevo già notato e apprezzato in JAST, romanzo scritto insieme a Sarasso e Rudoni. Non è ancora confermato ma probabile che lunedi 6 sarà ospite ai microfoni di Tabula Rasa.

Ascolta o scarica l’intervista.

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