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L’Inverno di Frankie Machine

Ecco Don Winslow, finalmente! E sono dovuto tornare di un paio d’anni indietro e leggermi il suo primo e avvincente romanzo pubblicato in Italia: L’Inverno di Frankie Machine.

Letto nel giro di tre giorni, anzi più che letto direi divorato, dopo la delusione de La Pattuglia dell’Alba, finalmente capisco perché Winslow è un autore così apprezzato. Un thriller mafioso, ambientato in piena West Coast, a San Diego e dintorni, tra tavole da surf, bordelli e sparatorie. Frankie “The Machine” Marchianno è un killer in pensione, coinvolto suo malgrado in un affare che in realtà è una trappola, si ritrova braccato da FBI e famiglie mafiose, che lo vogliono uccidere. Non sa chi è il mandante, non sa quale sia il motivo per cui il passato torna a bussare alla sua porta, proprio a lui che non è mai stato e mai sarà un infame.

Dalle prime pagine vi ritroverete a correre e sparare insieme a Frankie, sessantenne un po’ troppo in forma (io non riuscirei a fare neanche metà delle cose che lui fa nel libro), a cercare di salvare la pelle e intanto mettere in ordine i tasselli di una trama che ci mette parecchio a dipanarsi. Ritmo, adrenalina, suspance, flashbacks narrativi, sono gli ingredienti per un perfetto hard-boiled che poggia su un personaggio affascinante, pieno di etica mafiosa, uno della “vecchia scuola”. In fondo Frankie è un killer, un assassino a pagamento, famoso in tutto il giro proprio per la sua “serietà” e la sua bravura.

Godfellas, Il Padrino, Sopranos, hanno indubbiamente influenzato l’immaginario dell’autore che non lesina critiche nei confronti di un ambiente aberrante, regalando uno spaccato (non so quanto reale) sul mondo mafioso americano, in particolare la West Coast appunto e la Mafia di Topolino, così come la chiama Frankie. E gli riesce tutto bene, avendomi tenuto aggrappato alle 300 pagine del libro, come un assetato, regalando pathos e vibrazioni, attraverso una scrittura semplice, efficace, molto descrittiva, nonostante il soggetto mafioso sia trito e ritrito.

“La Nike paga ventinove centesimi a un bambino per fabbricazione di una
canottiera da basket, e la vende a centoquaranta dollari. E sarei io il
criminale?”

La curiosità conclusiva, oltre l’invito a leggerlo se siete appossionati del genere, è che Robert De Niro ha acquistato i diritti del libro per farci un film. Beh non poteva esserci conclusione migliore…

Posted in noir - gialli.

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