Skip to content


Destra Sociale, da Salò a Tremonti

Quando l’autore di questo saggio ne ha regalato una copia a me e altri 2 giovani maldestri, gli insulti nei suoi confronti sono stati automatici. La dubbia moralità del nostro amico/nemico ne dovrebbe fare un personaggio a noi vicino e invece…
Il libro in questione Destra Sociale, da Salò a Tremonti, in uscita in questi giorni per la manifestolibri (complimenti per il sito eh!) è l’ultimo lavoro di Guido Caldiron, giornalista e studioso della galassia della destra radicale italiana e non.
Quest’ultimo lavoro è la giusta prosecuzione degli altri lavori del Caldiron, un viaggio alle radici delle nuove destre populiste, xenofobe e liberiste; un tentativo di rintracciare e tirare quel filo nero che passa dal fascismo, al peronismo, attraversa la rivoluzione conservatrice reganiana e quella liberale thatcheriana, fino al brodo culturale che ha portato all’esplosione di fenomeni come il Front National di Le Pen in Francia e la Lega in Italia.

Proprio una cospicua parte del saggio è dedicato al successo della destra italiana anzi alla nuova destra italiana che non è semplicemente il berlusconismo o un neo-fascismo moderno. E’ una “destra plurale” che governa “la crisi” attraverso linguaggi e risposte semplici, che riesce ad essere plurale proprio perché è diventata riferimento non solo per la borghesia padronale ma anche per la classe operaia investita in pieno nella ristrutturazione economica. Una destra xenofoba, che urla contro i poteri forti (Tremonti “avversario” delle banche), che contrappone la culture territoriali all’integrazione dei migranti, che fa del “rancore sociale” l’arma con cui saldare le diverse classi della popolazione.
Il filo nero condotto da Caldiron regge, le somiglianze che sembravano assurde prendono forma, si riadattano, trasformano i linguaggio, ma che derivano dalla stessa “fonte” culturale e sociale.
Chiudo strizzando l’occhio alle parti più interessanti, i capitoli su: “Governare la crisi da destra, Tremonti e Sacconi” e quello su “l’anticapitalismo della Nuovelle Droite” francese, attraverso il pensiero di De Benoist.

A parte la generale “antipatia” per l’autore, la ricerca di Caldiron è valida e interessante soprattutto per chi non ha mai letto niente del genere. Io invece debbo ammettere che in alcuni punti mi sono un po’ annoiato perché causa la mia “perversione”, ho letto diverse cose sull’argomento negli ultimi anni.

La sensazione che lascia il libro e che convido in pieno è che a destra negli ultimi 10/15 anni c’è stata una elaborazione politica, se volete anche un’operazione di trasformismo, capace di saper leggere la realtà e capace di dare comunque delle risposte. Che poi funzionano o no è tutto un altro discorso, basta affacciarsi alle finestra per capire il degrado sociale e culturale in cui viviamo.

Posted in saggistica.