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La Freccia Gialla

Trovato usato a metà prezzo e rimasto attratto dallo stemma delle ferrovie russe in copertina (la falce e martello ormai è vintage) mi sono approcciato a questo romanzo con la massima curiosità e con la voglia di un po’ di sana fantascenza.

La Freccia Gialla, dello a me sconosciuto autore russo Viktor Pelevin, sono quasi 80 pagine sospese tra Kafka e Gogol’ e con continui riferimenti alla letteratura ex sovietica, è la storia di un treno che viaggia senza mai fermarsi verso un ponte crollato, abitato da una intera popolazione che continua a vivere la sua vita come se tutto fosse assolutamente normale, come se non avesse vissuto in altri luoghi, non curante del proprio destino.

Gli unici a svegliarsi da questo torpore sono il protagonista Andrej che stimolato dal suo amico Khan, comincerà ad interrogarsi sul perchè si trova a viaggiare su quel treno e a chiedersi se esiste un modo per scendere.
Ma per andare dove? Esiste altro oltre al treno? Il paesaggio quasi immutabile che scorre attraverso i finestrini è reale?

Attraverso la freccia gialla, Pelevin ci racconta criticamente la società russa post-sovietica, ma potrebbe essere qualsiasi società contemporanea, che corre verso un futuro che rischia di crollare (il treno corre verso ovest), senza interrogarsi minimamente sul dove stia andando anzi accettando il proprio destino come se non lo riguardasse. “Andiamo dove dobbiamo andare” sembrano quasi dire i passeggeri anzi gli abitanti del treno quando Andrej prova a porre un dubbio, come se fossero sotto effetto di una ipnosi; e l’unico modo per il protagonista di salvarsi è trovare il modo di scendere da lì a costo anche di non trovare nulla.

Bravo Pelevin a sviluppare la storia e la trama in così poche pagine, tenendo il filo narrativo ben saldo e la tensione giusta per potersi sentire parte di questo claustrofobico treno senza speranza. Nel libro ci sono in appendice altri due racconti anch’essi interessanti. Se poi ci mettete che sto romanzetto l’ho pagato meno di 5 euro, potete capire la mia soddisfazione…

“Colui che rigettò il mondo lo paragonò a polvere gialla. Il tuo corpo somiglia a una ferita e tu stesso somigli a un folle. Tutto questo mondo è una freccia che ti ha colpito. La freccia gialla, un treno su cui stai viaggiando verso un ponte crollato”

Posted in fantasy.


One Response

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  1. Aramcheck says

    Grande Pelevin, questo è il primo suo libro che ho letto, da me trovi le recensioni di quasi tutti gli altri tradotti in italiano. Ti consiglio “Il mignolo di Buddha”.