Non avrei conosciuto Bastien Vivès se non leggessi quella interessante rivista ANIMAls uscita a maggio. Di conseguenza non avrei mai speso i miei soldi per Il Gusto del Cloro che avevo già sfogliato mesi fa in libreria, provando interesse ma non abbastanza da convincermi all’acquisto. Non avrei neanche saputo che questo autore, che tanto mi aveva sorpreso, è giovanissimo, appena 25 anni.
Tra le mani mi sono trovato un volume, non economico, di una casa editrice che sfoggia sempre cose interessantissime, disegnato molto bene, che racconta una storia minimalista, silenziosa, come una piscina vuota. Protagonista è un ragazzo con problemi alla schiena a cui consigliano di praticare un po’ di nuoto. Scattata l’empatia col protagonista, visto che soffro degli stessi problemi e che nuotare mi farebbe star meglio, mi sono a tutti gli effetti immerso in una storia semplice, ambientata totalmente in una piscina, dal dominante colore verde che davvero ti da la sensazione di respirare lo stesso cloro dei pochi personaggi che si muovono al suo interno. Una storia semplice, di un ragazzo che conosce e si innamora di una sua coetanea, presumibilmente ex agonista, con cui inizia una “relazione” che si consuma una volta a settimana in quel rettangolo.
Una relazione fatta di nuotate e virate, di molti silenzi e di dialoghi sempre più intimi, di un’avvicinamento progressivo fino all’indecifrabile risposta sott’acqua alla domanda “se ci sono cose per cui moriresti e a cui non rinunceresti mai” fino ad un finale indecifrabile quanto tristemente romantico.
Un libro che scorre veloce, che si legge in un poco tempo, che mostra il talento del giovane franzoso, dal tratto chiaro e pulito, “allievo” di Gipi, che illustra tutto come se fosse un enorme acquerello. Peccato per i 18 euro del costo del volume, tanti, troppi, ma questo è a prescindere visto che, fumetti e non, il mercato dell’editoria è in mano a una banda di strozzini che non contemplano il fatto che leggere non può e non deve essere un lusso.
Ps: nelle ultime settimane ho letto anche il deludente e noioso Cronache Birmane e l’interessante poliziesco (sì ma basta con i poliziotti buoni!) Rg – Fuori dal Sistema vol.1 del bravissimo Peeters.
Io ancora non ho letto Cronache birmane, ma Shenzen e Pyongyang mi sono molto piaciuti:
http://sciameinquieto.blogspot.com/2011/01/shenzen-guy-delisle.html
http://sciameinquieto.blogspot.com/2010/06/pyongyang-guy-delisle.html
Certo Il gusto del cloro è uno stile completamente diverso:
http://sciameinquieto.blogspot.com/2011/08/il-gusto-del-cloro-bastien-vives.html
A me Cronache Birmane è piaciuto….ma credo che sia spesso questione di immedesimazione…:)