Finito di leggerlo, ho chiuso il libro, ho spento la luce e mi sono messo a dormire sorridendo. Questo è Joe Lansdale e questo è l’effetto provocatomi da Devil Red, ultimo romanzo del nostro amato scrittore texano, ottavo della serie Hap & Leonard, due pseudo investigatori privati, il primo bianco etero e democratico, il secondo nero gay e repubblicano, capaci di ficcarsi nelle peggiori situazioni, di sfidare banditi e killer, duri ma dalla parte dei buoni. Ma chi sono davvero i buoni?
Il romanzo come al solito si legge tutto d’un fiato. Un investigatore privato loro amico, Marvin (protagonista in un altro splendido romanzo) li ingaggia per trovare l’assassino del figlio scapestrato di una ricca ereditiera e della sua amante. Entrambi a quanto pare frequentano una sorta di setta vampirica, e si esercitavano in giochi erotici misti a riti sanguinolenti. Forse non una trama originale, il canovaccio è sostanzialmente il solito, ma tanto ritmo, pallottole, sanguie e dialoghi esilaranti. Il solito Lansdale insomma.
Visto che già ne ha scritto il mio socio proverò a non ripetere tutte le sensazioni che noi fans proviamo quando esce qualcosa del nostro autore preferito. Sappiate solo che è così forte il legame di Joe con l’Italia che questo romanzo è uscito in anteprima mondiale proprio quì. E brava pure la Fanucci che qualche anno fa si è accaparrata i diritti di questo autore prolifico come pochi, capace di attraversare diversi generi, dal western, all’horror, al noir, all’avventura, alla fantascienza, sempre con il suo solito stile, divertente, coinvolgente, con tempi e ritmi da far invidia a molti autori.
E così scivola pure questo Devil Red, con una facilità con cui beviamo la prima birra dopo-lavoro, ritrovando i nostri eroi, anzi amici ormai, provati dall’ultima avventura e dall’incontro con Vanilla Ride, spietatissima e bellissima killer. Sono un po’ stanchi, soprattutto Hap, anche un po’ invecchiati, entrambi però posseduti dall’irrefrenabile desiderio di andarsi a ficcare direttamente nei guai. Non il migliore tra gli otto romanzi della serie, lontano da “Mucho Mojo” e “Il Mambo degli Orsi”, ma tutto sommato funziona. Di sicuro non è il libro che consiglierei a chi si vuol approcciare a Lansdale e la sensazione è che sia il classico titolo scritto e diretto agli amanti di Hap & Leonard, visto che non manca nulla, compresa qualche “conoscenza” che i due avrebbero evitato di fare nella loro vita. Forse qualche personaggio appare e scompare troppo frettolosamente, alcune situazioni magari non sviluppate in pieno, ma è così dannatamente veloce che probabile non ci sia il tempo per tutto. E il Texas di Lansdale, come sempre, a fare da sfondo ai suoi romanzi. Splendida e barbara location, calda e freddissima come in questo romanzo, territorio di banditi, killer e tagliagole vari, il tutto mixato con una scrittura molto cinematografica. Anzi a dire il vero leggendo i vari Leonard o Lansdale, continuo a pensare che sia un errore credere che la narrativa americana abbia adottato un linguaggio cinematografico bensì è esattamente il contrario. Qualsiasi film di Tarantino ne è la prova vivente, basta ascoltare i dialoghi dei suoi film e leggere uno dei lettori citati poc’anzi.
Chiudo ricordando che Joe sarà a Roma il 24 ottobre (info) e avendo già assistito a una sua presentazione posso assicurarvi che è divertente come uno dei suoi romanzi.
“Vi odio tutti e due” disse Thomas. “Neanche ve lo immaginate, quanto vi odio brutti succhiacazzi”.
“Mettiti in coda” rispose Leonard.
ps i primi due capitoli in anteprima.
Intervista a Joe Lansdale fatta da me medesimo:
http://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/joe-lansdale-e-clash-lo-scontro